2016-08-09 18:40:00

Putin Erdogan: è disgelo. Mosca toglierà sanzioni. Ankara rilancia progetto Gas


Mosca ed Ankara vogliono ripristinare la “normalità” di relazioni: così i presidenti russo Putin e turco Erdogan, in chiusura dell’incontro oggi pomeriggio a San Pietroburgo. Il leader turco, per la prima volta all’estero dopo il fallito colpo di Stato di metà luglio, ha raccolto il pieno sostegno delcapo del Cremlino, che rimuoverà gradualmente - ha annunciato - le sanzioni alla Turchia. Oltre 200 giornalisti di circa 70 testate hanno seguito l’evento nel palazzo Konstatinovski di Stelna, alle porte della città. Il servizio di Roberta Gisotti

Per la prima volta faccia a faccia dopo l’abbattimento, lo scorso novembre, di un jet militare russo da parte di F16 turchi. “Abbiamo la volontà politica di riportare le relazioni con la Russia al livello pre-crisi” o “ad un grado più elevato”, così Erdogan, soddisfatto dal colloquio con Putin, che si è vantato di avere, tra i primi, telefonato al presidente turco dopo il tentato colpo di Stato. “Noi siamo contrari - ha spiegato - ad ogni stravolgimento illegale dell’ordine costituzionale”. Ha rassicurato Erdogan sul “desiderio di vivere in pace” dimostrato nella manifestazione di massa, ad Istanbul, domenica scorsa. Una visita - ha detto Putin - nell’interesse dei popoli turco e russo”, “per parlare a fondo di rapporti bilaterali”, anche “economici” e di “cooperazione nella lotta al terrorismo” e nel settore Difesa, e questa può “dare un grande contributo alla soluzione dei problemi regionali”, ha rimarcato Erdogan. Sulla Siria vi sarà un incontro speciale, tra ministri degli Esteri e Servizi segreti, ha risposto Putin ai giornalisti. Sono poi seguiti i colloqui tra le delegazioni e i rappresentanti dell’impreditoria dei due Paesi. Ankara è pronta a fornire gas russo all’Europa rilanciando il progetto del gasdotto Turkish Stream, e Mosca potrebbe concedere uno sconto sul gas importato dalla Turchia,  che si approvvigiona al 50 per cento proprio da Mosca.

Ma come valutare da parte dell'Europa questo fronte tra Russia e Turchia? Lucas Duran lo ha chiesto all’esperto dell’area e giornalista de La Repubblica, Marco Ansaldo:

R. – Lo scontro ormai aperto, conclamato, fra Erdogan e l’Occidente arriva a saldarsi adesso con quello che è il grande avversario dall’altra parte, l’avversario forte: Vladimir Putin. Il fatto che Erdogan negli ultimi tempi si stia contrapponendo nei confronti dell’Unione Europea, dell’Occidente in maniera forte, al punto di arrivare a diverse minacce come quella della reintroduzione della pena di morte, naturalmente preoccupa.

D. – Chiarendo anche gli elementi di questo timore e preoccupazione in Europa, ricordiamo che Erdogan in qualche modo ha accusato gli europei di remare contro, se così possiamo riassumere molto grossolanamente, e per altro lodava Putin che non avrebbe criticato le mosse successive al fallito golpe dello stesso Erdogan. Come vedi le cose in quanto esperto di Turchia?

R. – Sicuramente, ogni occasione di dialogo è benvenuta. Noi dobbiamo anche ricordare che Erdogan e Putin si incontrano dopo un periodo di freddezza durato dallo scorso novembre con l’abbattimento del Sukhoi russo da parte dell’aviazione turca. Erdogan usava toni molto forti, ma ha dovuto nettamente abbassare le penne di fronte a Putin. Ho letto la lettera che Erdogan inviò non più tardi di un mese fa al portavoce di Putin in cui non si scusava, ma naturalmente faceva dei grandi passi di avvicinamento nei confronti di Mosca. Oggi ne vediamo il risultato; Erdogan ha dovuto fare anche dei passi di avvicinamento nei confronti di Israele, altro Paese con cui per la questione della "Mavi Marmara" nel 2010 ci fu uno scontro formidabile. Tutto questo che cosa ha causato? I turisti russi e quelli israeliani hanno disertato completamente le coste turche. Ecco lì che arriva la necessità di un avvicinamento di Erdogan a quei Paesi che da un punto di vita internazionale possono essergli utili.

D. – Un quadro di questo tipo come si riflette poi per quanto riguarda i Paesi occidentali, europei?

R. – Questo è un punto fondamentale. Io vorrei ricordare l’asse molto forte che c’era fino a qualche anno fa, non era solo un asse Putin-Erdogan, ma Putin-Erdogan-Berlusconi. Poi per vicende diverse quest’asse che teneva molto, anche da un punto di vista finanziario-commerciale, si è rotto e oggi si ricompone l’asse tra Putin e Erdogan. Il colloquio che avverrà oggi a San Pietroburgo sarà – da quello che tutti gli osservatori considerano – un dialogo nettamente antioccidentale e antieuropeo, una sorta di una nascita di una nuova "Eurasia" spostata ad Oriente che preoccupa, nel momento in cui la Turchia, Paese candidato all’ingresso in Europa, si sposta. Però, al tempo stesso, è un alleato formidabile, irrinunciabile dell’Europa e della Nato – dal 1952 – con delle basi con 50 testate nucleari nell’istallazione che c’è a Incirlik. Oggi è un alleato formidabile dell’Europa per quanto riguarda la questione dei migranti, a cui abbiamo destinato una grande massa di denaro. Dal momento in cui questo alleato non guarda più, non ha il più il volto riverso verso questa parte, ma guarda su un altro fronte, tutto questo allora non può far altro che preoccuparci.

 

 








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