“Tenere in considerazione la dimensione morale ed etica della politica”: è l’invito che arriva dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti attraverso il documento intitolato “Formare le coscienze per una cittadinanza fedele”. Diffuso sul sito web dei vescovi Usa, il dossier informativo arriva mentre nel Paese prosegue la campagna elettorale per le presidenziali che vede sfidarsi il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton. Il voto per eleggere il successore di Barack Obama alla Casa Bianca si terrà l’8 novembre.
Il richiamo alla Dottrina sociale della
Chiesa
Suddiviso in tre parti, il documento episcopale si
apre con un’ampia riflessione sulla Dottrina sociale della Chiesa in generale; segue,
nella seconda parte, una sintesi delle posizioni dei vescovi Usa sulle principali
tematiche etiche, quali la difesa della vita, la promozione della pace e della giustizia
economica, la tutela dei minori e della libertà religiosa, la salvaguardia del Creato.
Non guardare alle ideologie dei singoli
partiti, ma al bene comune di tutti
Quindi, nella terza parte, i presuli analizzano “gli
obiettivi della vita politica: le sfide per i cittadini, i candidati ed i pubblici
ufficiali”. In primo luogo, il documento invita a non guardare “ai partiti o alle
ideologie”, quanto piuttosto “a tutto ciò che protegge o minaccia la dignità umana”.
Di qui, il richiamo ai candidati a puntare innanzitutto al bene comune e non agli
interessi particolari di partito, così da permettere all’intera nazione di svilupparsi.
E per fare questo, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti suggerisce dieci punti
che le autorità politiche, e tutta la società, non devono trascurare.
Difesa della vita in tutte le sue fasi
Al primo posto, i vescovi pongono la difesa dei più
deboli, ribadendo il loro no all’aborto e sottolineando la necessità di fornire alle
donne che si trovano alle prese con una gravidanza difficile “il sostegno necessario
per prendere una decisione in favore della vita”. Dalla difesa del nascituro lo sguardo
dei presuli si allarga alla difesa della vita in generale e per questo viene ribadita
la necessità di non ricorrere a eutanasia e suicidio assistito per affrontare la malattia
e la disabilità, di non distruggere gli embrioni umani in nome della ricerca, di non
praticare la pena di morte per combattere la criminalità e non ricorrere, in modo
imprudente, alla guerra nelle controversie internazionali.
Tutelare famiglia e matrimonio, fondamento
della società
Come terzo punto, poi, i vescovi Usa chiedono di “proteggere
la concezione fondamentale del matrimonio come unione fedele ed indissolubile tra
un uomo ed una donna, in quanto istituzione centrale della società”. Forte anche “la
promozione della complementarietà dei sessi ed il respingimento della falsa ideologia
del ‘gender’”, attraverso un migliore sostegno morale, sociale ed economico alla famiglia,
affinché i genitori siano aiutati dallo Stato a crescere i propri figli “nel rispetto
della vita e secondo solidi principi morali”. Al quarto posto, la Chiesa statunitense
pone l’auspicio di “una riforma globale dell’immigrazione” che offra ai migranti un
percorso di cittadinanza, “impedendo la separazione delle famiglie, garantendo l’integrità
dei confini, rispettando lo Stato di diritto ed affrontando i fattori che scatenano
l’emigrazione dai Paesi d’origine”.
Sconfiggere fame e povertà
Dedicato alla povertà è, invece, il quinto punto in
cui i presuli richiamo la necessità di garantire ai cittadini un lavoro dignitoso,
salari giusti e assistenza adeguata soprattutto ai più vulnerabili. L’obiettivo primario
sarà anche quello di “superare la fame e l’indigenza nel mondo”, attraverso la riduzione
del debito estero per i Paesi in via di sviluppo. E ancora: il sesto punto si sofferma
sull’assistenza sanitaria e chiede che essa sia rispettosa della vita, della dignità
umana e della libertà religiosa, mentre il settimo punto ribadisce l’opposizione della
Chiesa statunitense a “politiche che riflettono pregiudizi, ostilità verso gli immigrati,
fanatismo religioso ed altre forme di ingiusta discriminazione”.
Porre fine a persecuzione dei cristiani
in Medio Oriente
Infine, gli ultimi tre punti del documento episcopale
chiedono alle famiglie, alle strutture economiche ed al governo di “sconfiggere la
povertà, perseguire il bene comune e salvaguardare il Creato, nel pieno rispetto delle
persone, dei loro diritti ed in accordo con le loro convinzioni religiose”. Si ribadisce,
inoltre, l’importanza di stabilire e rispettare “i limiti morali” per l’uso della
forza militare, esaminandone gli scopi ed i costi, soprattutto umani, con un’attenzione
speciale “alla ricerca di una soluzione responsabile ed efficace per porre fine alla
persecuzione dei cristiani e di altre minoranze religiose in Medio Oriente”. Il documento
si conclude con un appello a tutto il mondo affinché “venga perseguita la pace e custodita
l’umanità”. (A cura di Isabella Piro)
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