“Possiamo essere fratelli e siamo in grado di collaborare e costruire insieme una grande nazione”: così l’arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Ricardo Ezzati Andrello, è intervenuto sabato scorso alla festa della Vergine di Copacabana, celebrata dai boliviani residenti a Santiago per rendere omaggio alla loro Patrona nel giorno della loro festa nazionale.
Guardare a ciò che unisce e non a ciò che
divide
Forte, in particolare, l’appello del presule ad “eliminare
i motivi di conflitto e, soprattutto, a portare avanti le questioni che ci uniscono,
in modo che tutti i nostri popoli ottengano la dignità di figli di Dio e possano raggiungere
il benessere che tutti noi desideriamo”. La ricorrenza della Vergine di Copacabana
– spiega l’agenzia Sir - viene celebrata nella capitale del Cile da circa 14 anni,
alla presenza di migliaia di persone, e vede anche una processione solenne che si
conclude in Plaza de Armas.
Combattere l’individualismo restando uniti
“Ciò che ci deve guidare – ha ribadito il card. Ezzati
- è l’amicizia civica, che ci fa riconoscere fratelli, eredi e costruttori della stessa
storia che guarda al futuro”. “La storia passata – ha aggiunto - è una maestra di
vita che ci aiuta a costruire migliori relazioni tra di noi, il che significa condividere
il destino comune che abbiamo in America Latina”. Di qui, l’invito conclusivo del
presule a considerare che “vale la pena, in un momento in cui la cultura è molto segnata
dall’individualismo, poter vivere manifestazioni come questa, che evidenziano la nostra
vocazione di grande popolo latinoamericano”. (I.P.)
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