2016-08-07 09:00:00

Vescovi Uruguay: no a bambini sfruttati come corrieri della droga


Bambini sfruttati come corrieri della droga: è la drammatica denuncia lanciata da mons. Pablo Galimberti, vescovo di Salto, in Uruguay. In una nota diffusa sul sito della Conferenza episcopale locale (Ceu), il presule sottolinea come “la droga, ormai, si sia talmente radicata nel tessuto familiare” che “quando un narcotrafficante viene arrestato e va in carcere, è un duro colpo per tutta la sua famiglia”, perché “viene meno l’unica entrata economica” che ne permette la sussistenza. E così, purtroppo, i bambini devono subentrare ai loro padri nel circuito della vendita di stupefacenti.

La droga nascosta negli zaini per la scuola
“Vestiti con la divisa scolastica, li vediamo girare per i quartieri delle città – scrive mons. Galimberti – mentre nei loro zainetti trasportano la droga da una zona all’altra. Piccoli ed innocenti trafficanti, costretti ad imparare come sfuggire ai controlli e nascondersi, per aiutare il bilancio familiare”. E questo, ribadisce il presule, “sta aprendo nuovi scenari” sociali da prendere in considerazione. Di qui, il richiamo ad un cambiamento di mentalità, affinché si incoraggino le persone a lavorare, grazie a “corsi di formazione, sovvenzioni o incentivi” che portino a “migliorare le proprie doti naturali”.

Azioni urgenti per proteggere donne e bambini dal narcotraffico
Infine, il vescovo di Salto lancia un appello ai legislatori affinché “vengano analizzati tutti i percorsi possibili per aiutare le donne vittime di partner coinvolti nel narcotraffico”. Richiesta, inoltre, un’azione “urgente e tempestiva” in favore dei minori, perché non siano più costretti a “vivere alle intemperie, andando alla deriva, in una terra di nessuno”. “Prendersi cura di loro – conclude il presule – significa aiutare la parte più fragile della nostra società”. (I.P.)








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