È emergenza siccità in Etiopia dove, secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, più di dieci milioni di persone patiscono la carenza di acqua e di cibo. E mentre la situazione sembra divenire rischiosa anche per Kenya e Somalia, la Chiesa non sta a guardare.
A Guji, interi allevamenti di bestiame
morti di sete
La Caritas Svizzera, infatti, ha già investito due
milioni di franchi in aiuti per i Paesi africani ed ora si appresta a lanciare un
nuovo progetto di assistenza per la zona di Guji, in Etiopia meridionale, particolarmente
colpita dalla siccità. Qui, infatti, la popolazione vive principalmente grazie all’allevamento
di bestiame, ma la mancanza di acqua ha fatto morire di sete capre, pecore, mucche
e cammelli. Per questo, la Caritas elvetica ha intenzione di rimettere in funzione
cinque antichi sistemi di approvvigionamento idrico, per garantire l’acqua potabile
ad almeno 5mila persone.
Distribuiti pasti per i bambini malnutriti
Inoltre, per prevenire il rischio di epidemie, la
Caritas organizza corsi di igiene, senza dimenticare poi gli agricoltori: a loro,
infatti, l’organismo di aiuti distribuisce sementi di emergenza, così da garantire,
per il prossimo autunno, un raccolto in grado di sfamare 6mila persone. In programma,
inoltre, anche la distribuzione di pasti per i bambini malnutriti ed una campagna
di vaccinazione per il bestiame. (I.P.)
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