I vescovi filippini salutano il giro di vite annunciato dal presidente Rodrigo Duterte contro l’abuso dei contratti di lavoro a termine ai quali sempre più aziende nel Paese ricorrono per aggirare il Codice del lavoro.
Un segnale di rottura con il passato
“Si tratta di un importante segnale di rottura rispetto
ai governi passati piegati agli interessi delle oligarchie economiche ai danni dei
lavoratori”, ha dichiarato padre Jerome Seciliano, segretario esecutivo dell’Ufficio
per gli affari pubblici Conferenza episcopale (Cbcp) citato dall’agenzia Ucan.
Misure per contrastare la precarizzazione
dei lavoratori
Il ricorso alle agenzie di lavoro interinale è sempre
più diffuso anche nelle Filippine, perché permette alle aziende di eludere la normativa
sul salario minimo garantito, sui contributi previdenziali e assistenziali e altri
oneri accessori a carico dei datori di lavoro. Il risultato è la crescente precarizzazione
dei lavoratori, che alla scadenza del contratto si ritrovano disoccupati e devono
aspettarne un altro o rivolgersi a un’altra agenzia interinale. Il governo di Manila
ha promesso che entro la fine dell’anno introdurrà misure più severe contro questi
abusi e il presidente Duterte ha avvertito che ogni violazione sarà punita con la
chiusura delle aziende che non rispettano la legge.
La Chiesa a fianco dei lavoratori precari
Un’iniziativa pienamente condivisa dalla Chiesa. “Questa
pratica deve essere fermata, perché la gente ha bisogno di un lavoro stabile e di
un salario decente e le aziende che abusano di questi contratti dovrebbero chiudere
perché sono fuori-legge”, ha commentato mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare
di Manila e presidente della Commissione per i laici della conferenza episcopale.
Nel mese di giugno la Conferenza Chiesa-Lavoro, un’organizzazione che riunisce diverse
associazioni sindacali cattoliche, aveva proposto al nuovo esecutivo la convocazione
di una consultazione nazionale per fare una cernita dei contratti a termine irregolari;
suggerire come sanzionare gli abusi e creare meccanismi per coinvolgere direttamente
i lavoratori per contrastare questa pratica. Inoltre, l’organizzazione ha suggerito
di incaricare i leader sindacali di ispezionare i luoghi di lavoro per verificare
le irregolarità. (L.Z.)
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