2016-07-31 17:40:00

Papa a volontari Gmg: siete speranza per la Chiesa e il mondo


Ultimo appuntamento del viaggio in Polonia è stato l'incontro con i volontari della Giornata mondiale della Gioventù alla Tauron Arena, il grande palazzo dello sport costruito a circa 10 chilometri da Cracovia: qui il Papa ha tenuto un discorso a braccio. Poco prima un fuori programma: l’affaccio, il quarto, in queste giornate del Papa in terra polacca, al balcone dell’arcivescovado di Cracovia per un ultimo saluto e una benedizione ai tanti giovani che si erano radunati davanti all'edificio, sperando di rivedere ancora una volta Francesco. “Tantissime grazie per questa compagnia, per essere venuti qui a salutarmi. Tante grazie per la calorosa accoglienza di questi giorni”, ha detto loro il Papa, concludendo con un "Do Widzenia!", arrivederci! Sull'incontro con i volontari della Gmg, il servizio di Adriana Masotti:

“Grazie - dice il Papa ai volontari - per la vostra testimonianza di fede che, unita a quella dei tantissimi giovani provenienti da ogni parte del mondo, è un grande segno di speranza per la Chiesa e per il mondo. Donandovi per amore di Cristo, voi avete sperimentato quanto è bello impegnarsi per una nobile causa".

Manca davvero poco al congedo da Cracovia e l’ultimo discorso di questo viaggio Francesco lo rivolge a quanti in questi giorni intensi si sono messi a servizio con generosità e hanno accompagnato in ogni momento i partecipanti alla Gmg. Poco prima la testimonianza di due volontari, una polacca e un panamense avevano confermato al Papa i doni ricevuti da questa e dalle altre Gmg vissute nel servizio, aiuti straordinari per scelte di vita personali coerenti con la fede e l’appartenenza alla Chiesa. E commovente era stata la lettura, fatta dal fratello, di una lettera scritta da un giovane grafico polacco, a cui si deve tutta la scenografia della Gmg a Cracovia, morto a causa di un tumore a inizio luglio. Ma quello che Francesco rivolge ai volontari non è il discorso preparato che consegna dopo aver letto le prime righe, ma parole a braccio, dette in spagnolo:

“Io voglio ringraziare tutti voi, volontari, benefattori per tutto quello che avete fatto. Voglio ringraziare per le ore di preghiera che avete fatto, perché io so che questa Giornata è stata messa insieme con tanto lavoro, ma anche con tanta preghiera. Grazie ai volontari che hanno dedicato tempo alla preghiera, perché potessimo andare avanti così. Grazie ai sacerdoti, ai sacerdoti che vi hanno accompagnato; grazie alle religiose, che vi hanno accompagnato; ai consacrati; e grazie a voi che vi siete messi in questa avventura, con la speranza di riuscire ad arrivare alla fine”.

Francesco riprende poi una frase detta dal vescovo coordinatore della Gmg, mons. Andrzej Muskus, quando presentando al Papa i volontari aveva fatto loro un complimento definendoli “la speranza del futuro”. Dice il Papa, che questo sarà vero, ma a due condizioni:

“La prima condizione è avere memoria: chiedermi da dove vengo; la memoria del mio popolo, la memoria della mia famiglia, memoria di tutta la mia storia. La testimonianza della seconda volontaria era piena di memoria: piena di memoria! Memoria di un cammino passato, memoria di quanto ho ricevuto dagli adulti”.

Un giovane senza memoria, continua il Papa, non può essere speranza per il futuro. Ma come si fa? Occorre parlare con i genitori, risponde il Papa, soprattutto con i nonni, ricevere la torcia dai nonni, perchè sono loro la saggezza del popolo. Seconda condizione: se per il futuro sono speranza e ho memoria del passato, che cosa devo fare del presente?

“Avere coraggio. Avere coraggio! Essere coraggioso: essere coraggioso! Non spaventarsi. Abbiamo ascoltato la testimonianza, l’addio di questo nostro amico che è stato sconfitto dal cancro: lui voleva essere qui! Non è arrivato, ma ha avuto il coraggio, il coraggio di affrontare, il coraggio di continuare a lottare, anche nella peggiore condizione. Questo giovane oggi non è qui, ma quel giovane ha seminato speranza per il futuro”.

Infine un pensiero alla prossima Gmg:

“Io non so se io ci sarò a Panama, ma vi posso assicurare una cosa che Pietro ci sarà a Panama. E Pietro vi chiederà se avete parlato con i nonni, se avete parlato con gli anziani per avere memoria, se avete avuto coraggio e audacia per affrontare la situazione e se avete seminato per il futuro".

Ma ascoltiamo la testimonianza di un volontario della Gmg, Lorenzo Bossi, di Varese, intervistato dal nostro inviato Alessandro Gisotti:

R. – Insieme a tutti gli altri volontari – qualche migliaio – provenienti da tutto il mondo, abbiamo cominciato due settimane fa per prepararci: siamo arrivati tutti qui a Cracovia; abbiamo fatto il training tutti insieme e poi ognuno si è diviso nelle proprie aree.

D. – Non è la prima volta che sei volontario ad una Gmg: perché questa scelta? Un ragazzo, d’estate, magari potrebbe andare al mare o in montagna e invece, non solo viene alla Gmg, ma addirittura viene a lavorare…

R. – È amore per la Gmg, da una parte. La mia prima Gmg era stata quella di Roma, nel 2000; e da lì le ho praticamente fatte tutte. Crescendo, ho sempre avuto voglia di dare una mano ed essere parte della Gmg. Questa è sempre una grande esperienza per tutti i giovani cattolici e anche per i non cattolici che alle volte vi partecipano. Ho sempre voluto dare una mano e metterci del mio, anche nel mio piccolo: essere “servi inutili”.

D. – Il Papa, salutandovi, vi ha ringraziato per il vostro impegno disinteressato: quanto conta questo incoraggiamento del Papa, questo suo “grazie”?

R. – Tantissimo. Le parole del Papa sono una grande forza. Anche se penso che la cosa più bella sia quando il lavoro è stato fatto bene e i pellegrini hanno avuto una buona Gmg: si sono divertiti, hanno voluto pregare e hanno avuto il meglio che potevano, anche spiritualmente.

D. – Il Papa, oltre ad incoraggiarvi, vi ha chiesto anche di essere “lievito”: cioè di coinvolgere i vostri coetanei proprio nell’impegno, nel volontariato…

R. – È sempre un po’ difficile, soprattutto quando si parla di altri giovani che non sono cattolici. Però, una cosa del dopo Gmg che ogni volta mi ricordo è che la gente è sempre curiosa del fatto che io abbia partecipato a un evento come questo. Spero sempre allora che ci pensi, quando racconto cosa succede in questi eventi. Soprattutto ci sono tantissimi altri giovani che non sono assolutamente diversi da loro: come loro vanno in discoteca o al pub. Spero quindi che ci pensino, e che magari si iscrivano e vengano alle prossime Gmg: persone che almeno una volta possano fare quest’esperienza. E penso che sia una cosa che ogni giovane cattolico dovrebbe avere nel suo “curriculum”. 








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