2016-07-31 09:00:00

Brasile: Lula rinviato a giudizio, l'eroe del popolo divide il Paese


L'ex Presidente brasiliano Inacio Lula sarà processato con l'accusa di "tentata ostruzione alla giustizia", nell'inchiesta sul grande scandalo dei fondi neri versati da Petrobras ai vertici del Partito dei lavoratori (Pt), il partito da lui fondato. Insieme a Lula saranno processate altre sei persone tra politici, imprenditori e banchieri. Eletto trionfalmente nel 2003 è rimasto in carica fino al 2010, Lula è ancora molto amato dai brasiliani, ma il Paese si è ora diviso tra chi lo vorrebbe nuovamente alla presidenza nelle elezioni del 2018 e chi invece lo ritiene un traditore e vorrebbe vederlo scontare in prigione la pena che potrebbe pervenire dalla Corte federale di Brasilia. Silvonei Protz, responsabile del programma brasiliano della Radio Vaticana, ha approfondito l'argomento al microfono di Michele Ungolo:

R. – Per la prima volta Lula è portato a quello che chiamano “lava jato” (“operazione autolavaggio”, operazione anticorruzione), un processo che lo vede indagato anche per oltraggio alla giustizia. E Lula ha già dichiarato che davanti a questa nuova situazione ha ancora più voglia di candidarsi alle prossime elezioni, nel 2018. Che cosa succede, però? Succede che paradossalmente, lui ha votato una legge che si chiama “ficha limpa” (“tabula rasa”), come “mani pulite” in Italia, per non permettere che persone sotto processo possano presentarsi come candidati. Ma lui dice di volersi presentare nonostante questa nuova situazione che lo vede indagato. Non dipenderà, comunque, più da lui. Adesso è una questione di giustizia e se c’è questo “ficha limpa” sarà applicato anche lui, e perciò nel 2018 e nel 2022 non potrà assolutamente presentarsi. E’ un momento molto particolare; particolare anche perché sarebbe la prima volta che un ex-Presidente è indagato e rientrando in questo “ficha limpa”. Lui, quindi, non può essere un candidato alle presidenziali.

D. – Nel 2003, la sua elezione fu un vero e proprio trionfo. Quali cambiamenti ha portato in Brasile?

R. – Lula è molto popolare in Brasile; è una persona che in un certo senso ha dato dignità ai poveri, ai miserabili, perché ha aiutato tantissima gente a uscire dalla povertà e questo è un suo grande pregio. Per questo è anche visto da una grande parte della popolazione brasiliana come qualcuno che viene per salvare, il salvatore della Patria. Però, allo stesso momento che cosa è successo? Sono successe tante cose che hanno portato a mettere dei punti interrogativi in tutta la sua gestione. Lui è molto amato: questo bisogna dirlo assolutamente. Ha fatto tantissime cose per il bene del Brasile. Il problema è quello che sta uscendo fuori adesso, con tutti questi “conchavo” (complotti), le accuse che arrivano nei suoi riguardi, con gli imprenditori, con le implicazioni a livello politico, con “Petrobras” … E allora, finché non si farà chiarezza con tutto questo che coinvolge Lula, che è diventato un personaggio politico e storico in Brasile, ma anche in tutta l’America Latina e sullo scenario internazionale, questo punto interrogativo macchia un po’ la sua storia.

D. – La maggior parte dei cittadini lo crede un eroe, in molti hanno fiducia in lui. Altri, invece, pensano che sia un traditore …

R. – Sì. Il Brasile in questo momento è molto diviso, in questo senso: ci sono quelli che appoggiano Lula – non soltanto il Pt, il suo partito, il Partito dei lavoratori (Partido dos Trabalhadores) – ma nel senso di quello che Lula ha permesso di fare a quelli che sono membri del suo partito e del suo governo. Questo è il punto interrogativo. Non forse tanto su Lula, ma su quello che hanno fatto quelli che erano vicini a Lula. E questo, naturalmente, ricade sul Presidente: lui che era in un certo senso l’“amalgamatore” di tutto questo cambiamento del Brasile. E questo punto interrogativo ricade sulla sua storia, perché lui ha permesso che questo succedesse. Lui dice che non sapeva: ma è possibile che il Presidente non sapesse di tutto questo?

D. – Come cambierà adesso lo scenario politico?

R. – C’è molta gente che vuole vedere Lula in prigione, e c’è anche una grande parte del Brasile che vuole vedere Lula un’altra volta Presidente. Perciò vediamo un Paese molto diviso. In questo momento, anche come riflesso di tutto questo, noi abbiamo l’impeachment della Presidente Dilma, anche lei del Partito dei lavoratori e colei che ha preso il posto di Lula: perciò, c’è un coinvolgimento che parte da Lula e arriva fino alla Presidente. Dobbiamo aspettare la votazione dell’impeachment del Senato: da quel momento si potrà capire veramente in quale direzione andrà il Brasile.








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