2016-07-30 16:24:00

La gioia dei giovani a pranzo col Papa


Dopo la Messa con i sacerdoti polacchi nel Santuario di San Giovanni Paolo II, a Cracovia, Papa Francesco si è trasferito nell’arcivescovado, dove ha pranzato con 12 ragazzi dei cinque continenti accompagnati dalla portavoce della Gmg. Ce ne parla Sergio Centofanti:

E’ stato un momento familiare a base di menù polacco, con battute, risate e selfie. I ragazzi hanno potuto porre con libertà delle domande al Papa. Un giovane ha chiesto cosa abbia provato quando è stato eletto: ho sentito pace – ha risposto Francesco - una pace che è una grazia di Dio e mi accompagna anche ora. Rispondendo ad altre domande ha detto che si confessa ogni 15-20 giorni da un francescano e ha spiegato che non bisogna avere vergogna di dire i propri peccati; ha ricordato la sua confessione a 17 anni in Argentina, decisiva per la sua vocazione. Lì ha sentito la misericordia di Dio. Per lui la confessione è lasciarsi guardare dallo sguardo amorevole di Dio che tutto perdona. Ha detto che ogni volta che entra in un carcere pensa che potrebbe essere lui al posto dei detenuti e che solo la grazia di Dio gli ha consentito di evitarlo. Ha poi affermato che la sfida maggiore per i giovani è quella di non perdere la speranza e di non sottomettersi a ciò che impone il mondo. Gli è stato chiesto quale sia il suo piatto preferito. Non ne ho uno – ha risposto - ma mi piace la cucina polacca. Ascoltiamo la testimonianza di uno dei giovani che ha pranzato con il Papa, il brasiliano José Pasternak, volontario della Gmg, intervistato dal nostro inviato Alessandro Gisotti:

R. – E’ stato incredibile e indimenticabile. Il Santo Padre è una persona molto umile, una persona molto gradevole, molto piacevole e durante il pranzo ci ha messo a nostro agio. E’ stato sempre aperto alle nostre domande e ha voluto parlare con tutti. Anche a quelli che a volte stavano più in silenzio, il Santo Padre ha detto: “E tu che cosa vorresti domandare?”. Quindi un’attenzione eccezionale ad ognuno di noi. 

D. – Quali sono stati i temi di cui avete parlato?

R. – Abbiamo parlato di tematiche diverse. Abbiamo avuto l’opportunità di domandargli come vedeva determinate cose e gli abbiamo chiesto: “Come prega Santo Padre?” e ci ha risposto; “Come sta Santo Padre? E’ stanco?”. E’ stato sempre molto felice e molto aperto con tutti.

D. – Il Papa ha risposto sempre...

R. – Il Papa ha sempre risposto ed è impressionante come ci abbia dato delle risposte sempre molto concrete e molto profonde. E’ stato sempre molto felice e molto aperto con tutti ed è impressionante come ci abbia dato delle risposte sempre molto concrete e molto profonde. Secondo me, lui è la sintesi dell’umano e dello spirituale, le due cose insieme: quello che prega, il Santo Padre vive; e di quello che vive, ci può dare la testimonianza anche con la parola.

D. – Che cosa ti porterai a casa e nel cuore di questa Gmg e soprattutto di questo momento unico?

R. – Della Gmg porterò nel cuore anche questo lavoro di preparazione come volontario nella Gmg; la collaborazione che c’è stata con persone di differenti Paesi, differenti culture e differenti nazioni. Mi porto questo, dopo l’esperienza con i pellegrini che sono venuti da lontano, facendo uno sforzo per essere qui: il sorriso e lo sguardo di ognuno. E penso che di questo incontro con il Santo Padre, le immagini e le parole mi rimarranno per sempre impresse nel cuore.  








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