2016-07-29 07:23:00

Padre Lombardi: oggi il Papa incontra il mistero del dolore


Il direttore della Sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro Gisotti ripercorre la giornata di ieri del Papa a Jasna Gora e a Cracovia e commenta gli eventi di oggi: una giornata che è un incontro - ha detto - con il dolore e la sofferenza nei suoi diversi aspetti:

D. - Padre Lombardi, nella cerimonia di accoglienza dei giovani con Papa Francesco - che, ancora una volta, ha mostrato come abbia il desiderio del dialogo con i giovani - si è spesso distaccato dal testo per dialogare, porre delle domande ai giovani. Che impressione ha avuto da questa cerimonia lungamente attesa anche dai giovani polacchi?

R. - Direi che era attesa anche dal Papa, perché sono mesi oramai che si prepara per questo viaggio e per l’incontro con i giovani. Ci sono altre dimensioni importantissime di questo viaggio. Quella che abbiamo vissuto ieri pomeriggio e questa mattina per il Battesimo della Polonia e la visita ai campi di concentramento di Auschwitz. Però devo dire che anche questi altri momenti si inseriscono in un discorso più ampio se, in particolare, consideriamo anche il momento storico che stiamo vivendo. Per cui tutto quello che viviamo in questi giorni ha un significato di contributo per la pace, per il dialogo fra i popoli di tutto il mondo. Oggi (ieri - ndr) abbiamo visto 178 bandiere di Paesi differenti sfilare davanti al Papa, portate dai giovani di tutti questi Paesi che sono qui presenti. Questo è già di per sé un grande messaggio: stare insieme, stare insieme per dei grandi valori, per annunciare la misericordia, per annunciare la gioia di costruire un mondo nuovo, “di impegnarsi per far cambiare le cose”- come diceva il Papa nella sua Omelia , farle cambiare in meglio, farle cambiare nella linea del servizio della solidarietà e dell’amore. Nei giorni in cui viviamo, abbiamo un bisogno estremo di questo messaggio. I giovani della Giornata Mondiale della Gioventù, guidati dal Papa con il suo entusiasmo con la sua capacità di coinvolgerli, sono veramente protagonisti di questo servizio di speranza per il mondo, il mondo che è quello che conosciamo. La meditazione che faremo domani (oggi - ndr) in silenzio e pregando e piangendo con il Papa nel campo di concentramento di Auschwitz è terribile, ma ci fa pensare non solo al passato, ci fa pensare a tutto quello che può essere la presenza del male nel mondo oggi e anche domani. Quindi, è un monito straordinario, un monito fortissimo a cui anche gli ulteriori passi che vivremo insieme con il Papa nella Via Crucis di domani sera (stasera - ndr) e l’Eucarestia che ci proietta verso una nuova missione, saranno certamente elementi di una grande risposta corale che qui cerchiamo di dare con l’aiuto del Signore per il mondo che ne ha un bisogno estremo.

D. - Stamattina (ieri mattina - ndr) la grande Messa per il 1050.mo Battesimo della chiesa polacca. È ritornata in qualche modo la memoria buona a cui faceva riferimento il Santo Padre nel primo discorso al Castello di Wawel. Anche qui colpiva l’intensità del Papa nel guardare la Madonna Nera con il segno anche delle sofferenze di questo popolo polacco che le ha sempre superate con la fede…

R. - È vero. Come sappiamo è la prima volta che il Papa viene in Polonia ed è la prima volta che ci si prostra davanti all’immagine della Madonna di Czestochowa. Sono momenti di grandissima esperienza spirituale. Ricordo anche per me, la prima volta che ho visto lo svelamento di questa immagine - ero insieme a Giovanni Paolo II in uno dei suoi viaggi - fu un momento di emozione straordinaria, perché senti veramente come questa Vergine è la Madre di questo popolo, come lo ha accompagnato e lo ha sostenuto in tutte le sue vicende, lo ha aiutato a continuare a sperare anche nelle difficoltà più grandi ed è sentita come la via principale attraverso cui arrivare a Cristo e trovare quindi il senso della fede, della speranza, della carità cristiana. Quindi, certamente, vivere il Battesimo della Polonia che è l’incontro con Cristo, e viverlo sotto gli occhi della madre che ci ha dato Cristo, era assolutamente fondamentale per Papa Francesco qui a Czestochowa.

D. - Anche oggi alcuni piccoli gesti che però contengono grandi messaggi: ieri il ricordo commosso di questo volontario che è morto e che non ha potuto vivere la Gmg che tanto desiderava, oggi questo stare sul tram che lo portava al parco di Błonia con dei giovani disabili che chiaramente da soli non sarebbero potuti andare alla Gmg; avevano bisogno di accompagnatori. Anche qui si vede fortemente questo senso dell’essere non solo con le parole ma anche con i gesti vicini ai più deboli, alle periferie, ai bisognosi …

R. - Certo. Oggi oltre a questo gesto che hai ricordato dei disabili sul tram verso Błonia, c’è stata anche la visita al cardinale  Macharski, questa mattina (ieri - ndr), una persona proprio sulla soglia dell’incontro con Dio, un grande pastore che si sta per incontrare con il Signore. Il Papa ieri sera ha ricordato ai vescovi il dovere delle opere di misericordia spirituale, corporale, visitare gli ammalati e visitare una persona come questo grande pastore che ha dedicato la sua vita per la diocesi di Cracovia e per la Chiesa in Polonia ed essergli vicino nel momento del passaggio. Questo è stato molto bello, molto efficace. Quando a Roma ci sono dei cardinali malati il Papa normalmente va a trovarli nelle cliniche o a casa loro. Anche qui è andato a trovare il cardinale Macharski. Mi sembra molto significativo, molto caratteristico della spontaneità e della rapidità della decisione con cui egli mette in pratica queste esigenze fondamentali della carità cristiana. Anche questo viaggio in tram con gli handicappati è stato molto emozionante. Io gli sono stato vicino, come sempre quando incontra gli handicappati, i sofferenti. Ha una capacità di prossimità, di tenerezza, di vicinanza a loro e ai parenti, ai cari che li stanno accompagnando che è di grandissimo conforto. Quindi, l’arrivo all’incontro con tutti i giovani, insieme ad alcuni giovani sofferenti, è stato certamente un segno molto bello, molto significativo: si vede come si vive la misericordia concretamente, quotidianamente in tanti aspetti concreti di ogni momento.

D. - Le chiedo un’ultima riflessione guardando al venerdì di questo viaggio. È un giorno dedicato in particolare al dolore alla sofferenza. Ovviamente la visita ad Auschwitz, ma poi anche la visita ad un ospedale pediatrico, quindi a bambini che soffrono, e poi la Via Crucis la sera. Questa dimensione sarà presente molto fortemente domani …

R. - Infatti anche io riflettendo sul programma di domani (oggi - ndr) mi sono detto: “Ma guarda, proprio il giorno dell’incontro con il dolore nei suoi diversi aspetti”: alla mattina nei campi di Auschwitz, il dolore provocato dall’odio, dall’assurdità omicida più terribile che ci sia stata nella storia dell’umanità o che ci possa essere e sulla quale è necessario fare una grande meditazione sul mistero del male che il Papa vuole comprensibilmente fare in silenzio e piangendo. La compassione per tutto questo a cui non si danno facili risposte evidentemente. Allo stesso tempo, poi nel continuare della giornata l’incontro con un altro tipo di sofferenza, quella con i bambini malati, con i bambini innocenti che soffrono… Anche questo è un grande mistero. E trovare il senso di questa sofferenza per loro e per le persone che vogliono loro bene non è facile. In questo senso credo che la Via Crucis della sera sulle opere di misericordia corporale e spirituale ci metta di fronte esplicitamente al Mistero della Croce di Cristo per chiedere a lui che soffre di aiutarci a far fronte alle sofferenze del mondo che vengono per tante cause diverse. Nella Via Crucis queste sofferenze sono tutte un po’ evocate e riassunte. Mi sembra sia una giornata estremamente centrale, tanto più nel momento che stiamo vivendo in cui le preoccupazioni, le sofferenze, gli attentati, le morti e i conflitti ci sono attorno continuamente, fanno parte del nostro orizzonte quotidiano, della nostra esperienza quotidiana. Allora, vivere meditando con il Papa e accompagnandolo su queste strade di confronto con il dolore più assurdo provocato dall’odio più pazzo e più folle, come quello della visita della mattina, e il dolore che invece ha altre cause, ma per noi comunque misteriose nel pomeriggio, e la risposta nella fede, e chiedere che Dio ci aiuti a rispondere nella fede contemplandolo e accompagnandolo sulla via della Croce: mi sembra che sia una grande giornata.








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