I cittadini egiziani, a qualsiasi comunità religiosa appartengano, “sono tutti uguali nei loro diritti e nei loro doveri, in accordo con la Costituzione”. E i cristiani egiziani hanno mostrato “saggezza e spirito di Patria” nel modo in cui hanno risposto alle sofferenze e alle provocazioni subite negli ultimi anni, rimanendo saldi davanti agli attacchi provenienti da coloro che “vorrebbero sfruttare la religione come uno strumento per fomentare divisioni e diffondere idee estremiste”. Sono queste le considerazioni essenziali che il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha voluto esprimere nel suo incontro con il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, da lui ricevuto ieri nel palazzo presidenziale insieme a una delegazione comprendente diversi vescovi del Sinodo della Chiesa copta ortodossa.
Fratellanza tra cristiani e musulmani in Egitto
Al Sisi - riporta l'agenzia Fides - ha posto l'accento sul valore della fratellanza
in Egitto fra cristiani e musulmani, valorizzando le iniziative messe in campo dall'Egyptian
Family House (Casa della Famiglia egiziana), organismo di collegamento interreligioso
sorto da alcuni anni come strumento per prevenire e mitigare le contrapposizioni settarie.
Polemiche dopo le dimostrazione negli Usa della diaspora copta
Intanto suscitano ancora polemiche le dimostrazioni pubbliche svolte da alcuni gruppi
della diaspora copta – come quello che ha manifestato nei giorni scorsi a Washington,
davanti alla Casa Bianca – per protestare contro le violenze subite dai cristiani
in Egitto. Il portavoce del Patriarcato copto ortdosso non hanno voluto esprimere
commenti ufficiali su tali manifestazioni, ma nei giorni scorsi dal Patriarcato erano
arrivate messe in guardia contro possibili strumentalizzazioni, e la diffida a organizzare
all'estero mobilitazioni e campagne pubbliche che potevano essere percepite come tentativi
di “interferenza” nelle vicende interne egiziane, messe in atto da organizzazioni
e gruppi stranieri.
Il ruolo dello Stato nella difesa dei copti
Lo scrittore egiziano Michel Fahmy ha duramente polemizzato con tali manifestazioni,
organizzate da membri della diaspora egiziana copta, definendoli atti “di stupidità
o di tradimento” compiuti da piccoli gruppi, sottolineando che solo lo Stato egiziano
è in grado di proteggere anche i copti dalle violenze settarie, obiettivo che non
sono in grado di assicurare né le sigle militanti della diaspora copta ortodossa,
né i parlamentari copti presenti nel Parlamento egiziano. (G.V.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |