2016-07-28 10:52:00

Ue: Turchia è importante intermediario con i Paesi euro-asiatici


Continuano le epurazioni in Turchia come conseguenza del tentato golpe del 15 luglio. Le autorità di Ankara hanno emesso un ordine di chiusura per 45 giornali e 16 canali televisivi, nonchè il licenziamento di 88 diplomatici presso il Ministero degli Affari Esteri, accusati di legami con la rete di Fethullah Gulen, presunto ispiratore del fallito colpo di stato. Su quanto le ultime decisioni del Presidente Erdogan, possono influire sulle relazioni tra Turchia e Unione Europea, Gioia Tagliente ne ha parlato con Carlo Frappi, ricercatore dell’Ispi e docente di studi regionali e politica estera alla Cattolica, che vive stabilmente a Istanbul: 

R. – Sicuramente il momento non è dei migliori nelle relazioni tra la Turchia e i partner euro-atlantici. Questa però è in qualche modo una dinamica che viene da lontano. Rispetto a quello che sta succedendo oggi una reazione agli eventi successivi al golpe da parte dell’Unione Europea, così come degli Stati Uniti, è doverosa prima ancora che legittima. A mio modo di vedere tuttavia per un attore quale l’Unione Europea che fonda la propria proiezione esterna e quindi, anche la propria influenza sul potere di attrazione piuttosto che su quello di coercizione, una dura presa di posizione che non sia accompagnata da un altrettanto determinata apertura al dialogo e alla cooperazione sarebbe certamente inefficace, se non addirittura controproducente per i rapporti.

D. - Quindi nel contesto europeo, quali sono o vorrebbero essere i rapporti con la Turchia?

R. - L’Unione Europea ha certamente bisogno della Turchia, principalmente nello scacchiere mediterraneo e mediorientale; ha bisogno della Turchia anche al di là della drammatica contingenza legata alla crisi dei migranti. Una coerente proiezione verso lo scacchiere mediterraneo e mediorientale, e quindi verso aree nelle quali si fonda la nostra sicurezza in quanto europei, non si può prescindere da un solido legame con la Turchia che d’altra parte a sua volta ha necessità di buone relazioni con l’Unione Europea tanto da un punto di vista politico, diplomatico, quanto più strettamente economico.

D. - Quindi possiamo considerare la Turchia il più importante intermediario con i Paesi euroasiatici soprattutto per fronteggiare il problema delle migrazioni?

R. - Certamente sì. Quello che è importante sottolineare, a mio giudizio, è che non va dimenticato come l’iniziale spinta riformista che aveva caratterizzato l’esperienza di governo dell’Akp e anche la costruttiva politica estera e regionale del governo stesso, erano stati influenzati ed incentivati in misura significativa proprio dalla prospettiva e dalla successiva apertura dei negoziati per l’ingresso nell’Unione. Dunque l’Unione Europa ha già dimostrato di poter favorire un circolo virtuoso fatto per la Turchia di riforme interne e di atteggiamento costruttivo verso l’esterno.

D. - Ad agosto è previsto il primo incontro di riavvicinamento tra Putin ed Erdogan dopo l’abbattimento dell’aereo russo da parte delle forze armate turche. Questo potrebbe inclinare ulteriormente i rapporti tra Turchia e Stati Uniti?

R. - Io non credo. La Turchia ha già dimostrato che avere buoni relazioni con attori con i quali Stati Uniti ed Unione Europa non necessariamente hanno ottime reazioni - e la Russia è uno dei casi - è un punto molto importante per gli stessi interlocutori euro-atlantici. La Turchia in qualche modo si fa canale di dialogo e di cooperazione anche con attori terzi. Quindi io non vedo queste due cose necessariamente in conflitto.

D. - Lei vive ad Istanbul. Alla luce anche delle ultime e innumerevoli epurazioni da parte di Erdogan, il popolo vede il Presidente?

R. - Non va dimenticato che Erdogan ha ridato dignità culturale, prima ancora che legittimità politica ed economica, ad una fascia della popolazione che era stata tagliata fuori per decenni dalla gestione della cosa pubblica in termini sia economici che politici e culturali. Dunque è su questa legittimazione profonda data alla Turchia su cui oggi si basa il potere di Erdogan. Non capirlo rischia di creare problemi anche nelle relazioni bilaterali con il Paese.








All the contents on this site are copyrighted ©.