Inizierà nei prossimi giorni il primo processo relativo a una vicenda di libertà religiosa in Nepal, dall’introduzione della nuova Costituzione nel settembre dello scorso anno. Alla sbarra - riferisce l'agenzia AsiaNews - otto cristiani locali - sette fedeli e un pastore, appartenenti alla comunità protestante - accusati di aver distribuito copie della Bibbia in alcune scuole cristiane, nel contesto di un programma di aiuti per le vittime del terremoto dell’aprile 2015. Secondo la nuova Carta fondamentale dello Stato himalayano, ogni gesto con una finalità di evangelizzazione viene considerato proselitismo e perseguito a norma di legge.
Il gruppo è accusato di proselitismo
L’arresto risale al 9 giugno scorso, quando la polizia ha fermato i membri del gruppo
intenti a distribuire materiale religioso ai bambini di una scuola cristiana di Dolakha,
distretto settentrionale del Nepal, fra i più colpiti dal sisma. Essi avrebbero violato
l’art. 26 comma 3 della Costituzione, il quale stabilisce che non sono ammessi atti
“contro la salute pubblica, la decenza e la moralità, o minare la pace sociale o convertire
qualcuno da una religione all’altra”.
Gli imputati respingono le accuse. I poliziotti volevano estorcere una
confessione
Gli imputati - sette uomini e una donna - hanno respinto le accuse; essi sottolineano
che la distribuzione del testo sacro nella scuola “mista”, che ha aperto le porte
a giovani di fede diversa, riguarda “solo gli studenti cristiani” che “ne avevano
fatto richiesta” in precedenza. Barnabas Shrestha, presidente di Teach Nepal, riferisce
che durante l’arresto i poliziotti volevano estorcere una confessione. Tuttavia, aggiunge
il leader cristiano, “non è affatto vero” che i fermati abbiano predicato il Vangelo
e fatto opera di proselitismo.
In Nepal sotto attacco la libertà di culto
Intanto, fonti locali confermano che la libertà di culto per i cristiani nepalesi
è sempre più sotto attacco. La scorsa settimana il governo ha annunciato nuove, pesanti
tasse a carico delle scuole e degli orfanotrofi cristiani di Kathmandu. Le autorità
hanno anche parlato di chiusure forzate e confische nel caso in cui vengano scoperti
libri e materiale cristiano all’interno delle strutture. Vietata anche la preghiera
comunitaria con i bambini e la loro partecipazione a gruppi di ascolto e di riflessione
sulla Bibbia. Sono emersi anche pesanti limitazioni alla libertà di movimento di associazioni
e Ong cristiane che operano nel sociale.
Il ruolo dell'ala nazionalista indù
Dietro la stretta governativa non si esclude la mano dell’ala nazionalista indù,
ancora oggi contrariata per la scelta dell’Assemblea costituente di dichiarare il
Paese uno Stato laico. Gli otto imputati risultano al momento a piede libero dietro
pagamento di una cauzione e in attesa del processo, che dovrebbe iniziare il 23 luglio
prossimo. (R.P.)
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