2016-07-21 11:57:00

Card. Cordes: Carmen è stata la mente teologica del Cammino


Oggi alle 18.00 nella cattedrale dell'Almudena a Madrid le esequie di Carmen Hernandez, iniziatrice con Kiko Arguello del Cammino neocatecumenale. Si è spenta martedì nella capitale spagnola all’età di 85 anni. A presiedere il rito, l'arcivescovo di Madrid mons. Carlos Osoro Sierra, alla presenza di numerosi vescovi e cardinali e gli itineranti di tutto il mondo. Roberto Piermarini ha chiesto al cardinale Paul Joseph Cordes che è stato Incaricato di san Giovanni Paolo II per l’Apostolato del Cammino, cosa ha rappresentato Carmen per il Cammino neocatecumenale:

R. - Carmen è stata una donna molta importante per l’iniziativa della nuova evangelizzazione. Kiko è il catechista, ma Carmen, con tante ispirazioni teologiche ed ecclesiali, lo ha molto aiutato; conosceva come pochi i documenti del Concilio Vaticano II; conosceva tutti i discorsi di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI, di Francesco. Per me era un po’ come la mente teologica del Cammino: posso affermare che è per merito suo che ho potuto studiare molto bene la teologia. Ho sempre ammirato la conoscenza e l’insistenza di Carmen sulla verità della fede.

D. - Che eredità lascia al Cammino Carmen Hernandez?

R. - Come donna ha avuto un ruolo molto importante nella Chiesa e ha dato un modello a tutte le donne del Cammino neocatecumenale: essere ispiratrici della fede e della pietà per il Cammino e per la Chiesa. Questo a livello pedagogico. A parte questo, la sua ispirazione, dei tanti discorsi che ha fatto – ho accompagnato per tanti anni il Cammino – ne ho sempre notato la profondità. A parte questo modello antropologico è anche una spinta, perché la Chiesa ha bisogno della verità della fede. La fede non nasce nel cuore dell’uomo: nasce dalla Parola di Dio e il Cammino, e in particolar modo Carmen, ha conosciuto la Scrittura. Questo è molto importante, perché mostra la grande forza di Carmen nel non nascondere la verità della fede. Quando ho conosciuto il Cammino, ho ammirato molto anche la conoscenza del Vecchio Testamento che anche noi della Chiesa, i pastori, abbiamo un po’ dimenticato. E così verso tutta la rivelazione, Carmen l'ha articolata contro una sensibilità che oggi abbiamo diffuso ai fedeli: nel mio cuore so ciò che Dio vuole. Questo non è vero! Dio ha parlato! Dio ha insistito che si diventa santi tramite la volontà di Dio. Questo è importantissimo! Così per me Carmen è una figura che ha sottolineato e che sottolinea anche nel futuro la dipendenza dell’uomo dalla rivelazione, dalla volontà di Dio se questo uomo, questa donna vogliono essere missionari e diffondere la verità della fede nella società di oggi.

D. - Il modo di relazionarsi di Carmen era spesso molto schietto e diretto. Che cosa nascondeva?

R. - Sono stati i tratti principali che l’hanno accompagnata per tutta la vita. Carmen ha cercato la sua strada partendo dalla base della rivelazione e ha dovuto lottare molto. È stata membro di una congregazione e poi in una baraccopoli  di Madrid. Veniva da una famiglia molto ricca, molto stimata in Spagna. Così ha praticato sempre una verità della chiarezza, della sincerità che ha applicato davanti a tutti le persone con le quali si rapportava. Qualche volta sembrava che questo offendesse le persone, ma io ho visto sempre un grande amore da parte di Carmen. Non ha utilizzato la diplomazia per nascondere qualcosa come si fa spesso: non diciamo più la verità perché non vogliamo offendere nessuno, ma così la verità si nasconde. Invece Carmen era sincera per il bene dell’altro. Qualche volta la verità ci scomoda: Carmen ha voluto il bene dell’altro utilizzando questa “verità che scomoda” e non nascondendo la verità coprendo tutto con una 'salsa dolce'. Lei non faceva questo. Era un grande bene, per la sincerità del contatto di un uomo con l’altro anche nella nostra chiesa. Quando vedo i nostri ambienti ecclesiali: quanto si nasconde! Quanto si parla in modo discreto, di nascosto, magari si parla male dell’altro, … Anche Papa Francesco lo ha detto. Carmen non aveva questa 'malattia'. Così ammiravo il suo coraggio e la sua sincerità.

D. - Che cosa perde la Chiesa con la sua morte?

R. - La morte di una grande donna è sempre una grande perdita per la Chiesa. Ho sempre detto: “Carmen adesso continua ad ispirare il Cammino”. Io non ho tanta paura della perdita di Carmen perché credo fortemente che anche dal cielo ci ispirerà con le sue tracce. Se posso fare un paragone un po’ rischioso: Giovanni Paolo II è morto, ma continua ad ispirare la Chiesa; così le grandi figure della Chiesa, che hanno fatto la loro opera nel senso di Dio, continuano anche ad ispirare da morti, perché dal cielo hanno un grande potere. Noi, non a caso, chiediamo alle persone grandi che sono morte, di continuare ad aiutarci. Così penso anche che la perdita di Carmen umanamene è una sofferenza ma non vuol dire che smetterà di ispirare il Cammino Neocatecumenale.








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