2016-07-16 12:24:00

La testimonianza di un italiano a Istanbul


La Turchia vive ore di grande tensione dopo il fallito colpo di Stato. Anche tanti turisti sono rimasti coinvolti dalla crisi. Centinaia i voli cancellati da e per Istanbul. Gioia Tagliente ha raccolto la testimonianza di Andrea Zoeddu, un italiano bloccato all'aeroporto Sabiha Gökçen di Istanbul, in attesa di ripartire per l’Italia: 

R. – Sono nel secondo aeroporto di Istanbul. L’atmosfera qui è abbastanza tesa: ci sono delle persone che hanno iniziato a cantare “Inshallah! Innshallah”, che vuol dire: “Se Dio vuole! Se Dio vuole!”. Queste persone hanno reagito quando sono state fermate dalla polizia che le ha prese ed arrestate. Ci sono stati diversi operatori dell’aeroporto che si sono messi a piangere. La tensione è palpabile: c’è tanta gente stanca, gente che dorme, sistemata dovunque; persone che si raggruppano vicino alla televisione per riuscire a capire cosa succede. Piano piano, sembra che anche quest’aeroporto riprenda a smaltire il traffico aereo.

D. – Che atmosfera si respira in queste ore?

R. – Fuori, quando sono arrivato, gli aerei erano tutti parcheggiati e non c’era nessun movimento a terra. E anche adesso, guardando dalla finestra, le strade sono senza macchine, vuote. Questa mattina parlavo con un ragazzo australiano, che mi diceva di essersi trovato nel mezzo della confusione sul ponte del Bosforo. Mi ha detto che ci sono state persone che, quando i carri armati hanno fermato il traffico del ponte, hanno protestato e hanno cercato di salire sui carri armati e i militari hanno risposto sparando alle persone che salivano.

D. – Ci sono altri italiani lì con te?

R. – So che il traffico aereo dell’aeroporto Ataturk è stato dirottato tutto qui. Penso proprio che ci siano altri italiani. So che qualcuno doveva andare a Bologna, ma il volo è stato cancellato e anche quello di Venezia. Quindi penso che vengano dirottati tutti o a Milano o a Roma. 








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