“La saggezza del dialogo”: si intitola così l’editoriale pubblicato sul sito della Conferenza episcopale del Messico (Cem) da mons. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo di San Cristóbal de las Casas, riguardante la tanto dibattuta riforma nazionale dell’istruzione, presentata dal Presidente Enrique Peña Nieto.
Le ragioni della protesta
Dallo scorso maggio, infatti, gli insegnanti messicani protestano contro il nuovo
sistema di valutazione e definizione del loro salario che si vorrebbe introdurre con
il cambiamento normativo. In particolare, i docenti sottolineano che i test di valutazione
non misurano le competenze didattiche e non tengono conto delle particolari conoscenze
necessarie per insegnare nelle zone rurali e nelle comunità indigene. A sostenere
gli insegnati c’è il Cnte, il sindacato messicano.
Dialogo è segno di maturità, non di debolezza
Ora, dopo mesi di scontri, si è arrivati a programmare una serie di incontri tra il
governo federale, i docenti ed i rappresentanti sindacali. Una decisione che mons.
Arizmendi Esquivel definisce “lodevole”, in quanto rappresenta “il modo migliore per
trovare una soluzione all’instabilità sociale” che si è venuta a creare nel Paese.
“Con l'umiltà del cuore, si avanza – sottolinea il presule - con orgoglio e l'arroganza,
tutto è perduto. Il dialogo non è concedere tutto ciò che viene chiesto, ma analizzare
ciò che può e ciò che non può essere fatto. Si tratta di ‘saper perdere’ in modo che
tutti vincano, perché si mette da parte l’egoismo personale in favore del bene comune”.
In questo senso, “il dialogo non è segno di debolezza, ma di maturità”.
Dare importanza reale all’altro
Quindi, riprendendo quanto scritto da Papa Francesco nell’Esortazione apostolica post-sinodale
“Amoris laetitia”, il vescovo di San Cristóbal de las Casas sottolinea l’importanza
di “sviluppare l’abitudine di dare importanza reale all’altro. Si tratta di dare valore
alla sua persona, di riconoscere che ha il diritto di esistere, di pensare in maniera
autonoma e di essere felice. Per tale ragione bisogna cercare di mettersi nei suoi
panni ed interpretare la profondità del suo cuore, individuare quello che lo appassiona
e prendere quella passione come punto di partenza per approfondire il dialogo”.
Dialogo significa innanzitutto ascolto
“Impariamo a dialogare – conclude mons. Arizmendi Esquivel – ovvero impariamo ad
ascoltare, capire, valutare, cambiare, chiedere perdono, ringraziare. Tutto cose possibili,
con la forza dello Spirito”. (I.P.)
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