2016-07-15 14:30:00

Il vescovo di Nizza: carneficina scioccante, ma non generi altro odio


“Qualsiasi ne sia la matrice, questa barbarie è inaccettabile, intollerabile. Il nostro Paese è stato colpito a morte proprio mentre viveva un momento di unità nazionale. Più che mai la solidarietà nazionale deve essere più forte del terrorismo”. Così i vescovi francesi dopo la strage di Nizza. I presuli invitano tutti i cattolici di Francia a pregare in modo particolare per le vittime di questo attacco nella Messa di questa domenica. Sull’attentato ascoltiamo il vescovo di Nizza, André Marceau, al microfono di Jean-Charles Putzolu:

R. – Mon sentiment c'est un sentiment de shock, un sentiment…
Il mio sentimento è un sentimento di shock, un sentimento di enorme paura, un sentimento di incomprensione… E’ uno di quei gesti folli che possono nascere nel cuore degli uomini – e qui di un uomo: ma come sia ragionevolmente possibile che l’uomo possa essere autore di una tale carneficina? L’uomo non è fatto per la morte: non è fatto per dare la morte! E questo, per me, è veramente uno scandalo! E’ lo stesso sentimento di molti di cui oggi abbiamo le testimonianze scioccate, che sono stati testimoni, che erano nel luogo di questo attentato... C’è poi un sentimento di compassione e di prossimità. E’ necessario, però, invitare tutti a non restare chiusi e isolati in questo “scandalo” del male, che è scioccante e che può forse a giusto titolo suscitare odio, incomprensione, chiusure. Bisogna far in modo di evitare questo, a tutti i costi! Quindi il messaggio che io porto è quello soprattutto di richiamare le persone ad essere vicine le une alle altre, a parlare, a venirsi incontro. Le nostre Chiese, per tutta la giornata, saranno animate da una preghiera continua per aiutare la gente a mettersi nelle mani di Dio che è la sorgente dell’amore. Le persone abbiano il coraggio di ascoltare il grido dei cuori, il grido della sofferenza, il grido della loro incomprensione.

D. – In questo momento, qual è il rapporto tra le varie confessioni religiose a Nizza?

R. – Alors, sur le diocèse nous avons une proximité très grande…
Nella diocesi c’è una grande vicinanza tra le grandi comunità religiose, fra cristiani di tutte le denominazioni, musulmani ed ebrei.  Abbiamo regolari incontri e pubblichiamo anche interventi comuni riguardo agli avvenimenti che hanno colpito anche a morte la società: questo si è già verificato nella in occasione dell’assassinio di un giornalista ad Algeri, che era originario di Nizza. Abbiamo organizzato insieme anche alle autorità locali delle marce pubbliche per ben sottolineare quello che il Santo Padre ci chiede: una unità per dare testimonianza della misericordia di Dio e che ciò che succede non rappresenta certo il volto di Dio. Noi, nella nostra diocesi, abbiamo una tradizione di vicinanza e di collaborazione e in questi momenti difficili cerchiamo di mostrare il volto misericordioso di Dio. Certamente, insieme alle autorità locali, organizzeremo delle manifestazioni e delle celebrazioni, insieme anche alle grandi comunità spirituali, religiose. Ed ovviamente i cristiani saranno insieme nella preghiera.

D. – Ci sono dei cuori distrutti, dei cuori feriti, delle famiglie distrutte: che parola si può dire?

R. – Je crois que c'est la parole de cœur, c'est la parole de la proximité…
Io credo sia la parola del cuore, la parola della vicinanza. E’ necessario essere accanto, essere vicini a queste persone. So bene che spesso le parole non servono o non sono sufficienti, perché c’è la sofferenza, perché la sofferenza è talmente grande: sono state distrutte delle vite, sono state distrutte le vite di tanti bambini, di tanti giovani e di tante coppie ... Credo che sia soltanto la nostra vicinanza, il dire loro che noi siamo vicini, che siamo presenti, che siamo insieme: “Siamo con voi!”, soprattutto se le persone sono in qualche modo isolate, perché la sofferenza spesso è più forte. Credo che la nostra parola d’ordine sia vicinanza: essere vicini è anche avere il coraggio di prenderli per mano, perché le parole spesso non possono essere comprese. E’ troppo difficile… Ma noi stiamo li!








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