2016-07-14 15:21:00

Albania: mons. Prennushi e 37 compagni martiri Beati il 5 novembre


Condannato al carcere duro e morto nel 1949 in seguito alle torture subite per non aver acconsentito alla richiesta del dittatore albanese Enver Hoxha di formare una Chiesa nazionale, fedele al regime comunista e non a quella di Roma. È mons. Vinçenc Prennushi, frate francescano e arcivescovo di Durazzo, che assieme ad altri 37 compagni sarà beatificato il prossimo 5 novembre nella piazza della Cattedrale di Santo Stefano a Scutari. Ad annunciarlo una lettera di Papa Francesco ai vescovi del Paese balcanico, al termine del processo canonico che ne ha riconosciuto la “testimonianza del martirio per la fede e la patria”: lo riferisce una nota dell’arcivescovo Angelo Massafra, presidente della Conferenza episcopale d’Albania, che parla di “momento storico per la Chiesa e la nazione”. Il rito di Beatificazione sarà presieduto dal prefetto per le Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, due mesi dopo la Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, la piccola suora albanese che dedicò la sua vita agli ultimi in India e non solo. Sull’accoglienza della notizia, ascoltiamo lo stesso arcivescovo Massafra, raggiunto telefonicamente a Tirana da Giada Aquilino:

R. – Noi aspettavamo con ansia la conferma della data da parte della Santa Sede. E qualche giorno fa è arrivata la comunicazione, in cui viene confermato che il 5 novembre sarà il giorno della Beatificazione dei 38 martiri del comunismo e cioè di mons. Vincenzo Prennushi e di 37 compagni martiri, uccisi “in odium fidei”. Sono una perla per la nostra Chiesa cattolica in Albania, ma anche per il mondo intero. Sono soltanto alcuni dei tanti uccisi durante il periodo comunista per l’odio verso la Chiesa cattolica e la fede cattolica. Mons. Prennushi era arcivescovo a Durazzo: fu messo in carcere e morì a seguito delle tante torture subite. Ci sono anche un altro vescovo, mons. Fran Gjini, ma pure gesuiti, francescani, diocesani ed anche quattro laici, tre uomini e una donna, di varie nazionalità: due tedeschi, la maggior parte albanesi, un gesuita italiano e alcuni sacerdoti di origine croata. I missionari e la Chiesa di Albania hanno sofferto ed hanno testimoniato questo amore a Cristo fino all’eroismo, fino alla tortura.

D. – Mons. Prennushi e altri religiosi furono chiamati dal dittatore Hoxha per formare una Chiesa nazionale, fedele al regime comunista e non alla Chiesa di Roma. Rifiutarono. Che valore ha oggi quel rifiuto?

R. – Tentarono di convincere sia mons. Prennushi sia gli altri, ma mai la Chiesa cattolica in Albania si è staccata da Roma! E prima di morire, molti fucilati, hanno gridato: “Viva Cristo Re! Viva il Papa! Viva la Chiesa! Viva l’Albania”.

D. – Che attualità hanno queste figure oggi per il popolo albanese?

R. – La popolazione aspettava ormai da tempo il riconoscimento che questi “fratelli” sono stati martirizzati, quindi sono martiri della Chiesa universale. La piccola Chiesa cattolica - noi siamo una minoranza in Albania - ha dato un contributo di fedeltà, presentando 38 martiri, e non sono certo pochi: la Chiesa d’Albania è da sempre una Chiesa martire e grazie anzitutto al sangue di Cristo e anche al sangue di questi nostri martiri – sono ormai 25 anni dalla libertà – è oggi ancora più bella di prima.

D. – La Chiesa albanese come si sta preparando per la Canonizzazione di Madre Teresa, il 4 settembre a Roma, e per la Beatificazione dei suoi primi martiri a novembre?

R. – Ci stiamo preparando intensamente per Madre Teresa. Proprio in questi giorni andranno portati alla stampa un novenario e il grande poster della proclamazione. Stiamo anche pensando di fare per tutto il mese di agosto qui in Albania, in tutte le parrocchie, la domenica, degli incontri sulla sua spiritualità. Prima del 4 settembre, poi, pensiamo di far conoscere la spiritualità di Madre Teresa: dobbiamo cercare di imitare tutte le sue virtù, la sua misericordia e il suo amore ai più bisognosi in questo Anno della Misericordia.

D. – E per i primi martiri, come vi state preparando?

R. – Ieri abbiamo dato l’annuncio ufficiale a tutti i media. Ho consegnato questa mattina al presidente della Repubblica, al primo ministro e al presidente del Parlamento una lettera ufficiale per metterli a conoscenza della data di Beatificazione. E’ chiaro che abbiamo ancora tempo, ma sarà una cosa eccezionale e meravigliosa.








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