2016-07-11 13:56:00

San Benedetto. Abate di Montecassino: sostiene cammino Chiesa


La Chiesa celebra oggi, 11 luglio, San Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine dei frati benedettini, morto nel 547 d. C. nel monastero di Montecassino. Papa Paolo VI lo ha proclamato patrono d’Europa il 24 ottobre del 1964. Sull’attualità del suo messaggio, Federico Piana ha intervistato don Donato Ogliari, abate di Montecassino:

R. – Il messaggio di San Benedetto è essenzialmente evangelico. Egli parte dalla Sacra Scrittura, dall’Antico Testamento, ma soprattutto dal Vangelo. Intende, insieme ai suoi monaci, riprodurre la possibilità di vivere insieme, guidati dalla Parola del Signore e sostenuti soprattutto da quel duplice comandamento dell’amore a Dio e ai fratelli, che fa da base, da fondamento alla vita comune. E poi ci sono quei tre elementi - la preghiera, il lavoro e la lettura, ossia un aspetto più propriamente culturale - in qualche modo intrecciati in maniera indissolubile, che costituiscono il terreno fecondo sul quale poi si innestano la vita quotidiana e i rapporti interpersonali. E’ ovvio che da questo scaturiscono altri elementi che compongono il messaggio globale di San Benedetto, ma sempre tenendolo sullo sfondo del Vangelo, della Sacra Scrittura.

D. – Può questa Europa, devastata dalle chiusure e dai conflitti, in qualche modo riscoprire e trarre beneficio da questo messaggio di San Benedetto?

R. – San Benedetto divenne patrono principale dell’Europa il 24 ottobre 1964: fu il Beato Paolo VI a proclamarlo tale proprio in virtù di quello che Benedetto, ma ancor più i suoi monaci lungo i secoli - e soprattutto nel periodo medievale - fecero per l’Europa intera, evangelizzandola e apportandovi anche quell’elemento civilizzatore. Questa proclamazione di San Benedetto patrono d’Europa elencava i tre aspetti: la Croce, l’aratro, il libro. La Croce, che appunto rappresenta il Vangelo, l’annuncio di Gesù e della salvezza che proviene da Lui; l’aratro, ossia il lavoro e in questo caso il lavoro manuale; e il libro, la cultura. Questi tre elementi hanno fatto sì che il monachesimo benedettino abbia reso l’Europa quella che essa oggi è. Anzi, qualcuno ha detto che in fondo l’umanesimo benedettino costituisce una parte importante dell’umanesimo cristiano e, di conseguenza, anche un tratto essenziale dell’ethos europeo. Io credo che l’impronta lasciata dal monachesimo benedettino continui a sostenere anche il cammino della Chiesa nella nostra Europa e, in senso lato, anche nel mondo intero. Io mi auguro davvero che i monasteri che costellano un po’ la terra, il mondo odierno, un po’ ovunque e non più solamente in Europa, ma anche negli altri quattro Continenti, possano essere davvero questo punto di riferimento: oserei dire questo dito innalzato verso il cielo, che richiami la necessità - per vivere le nostre vicende umane - di alzare anche lo sguardo verso Dio.








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