2016-07-10 08:41:00

Apostolato del Mare: maggiore attenzione per i marittimi


Si celebra oggi in Italia la Domenica del Mare, giornata dedicata al ricordo e alla preghiera per i marittimi, per le loro famiglie e per quanti si dedicano al loro servizio. L’edizione di quest’anno si colloca tra due eventi significativi: il Giubileo della Misericordia e il sesto centenario della nascita di San Francesco di Paola, patrono di naviganti e lavoratori del mare. Sull’importanza di questo avvenimento, Federico Piana ha intervistato don Natale Ioculano, direttore dell’Ufficio Nazionale dell’Apostolato del Mare:

R. – Speciale perché anzitutto cade di domenica e la domenica la comunità cristiana rivive il senso della famiglia intorno a Cristo, intorno alla mensa. Ed è quella famiglia che si vuole offrire a queste persone che lavorano sulle navi per lunghi periodi. E’ speciale anche perché di queste persone – nonostante la loro importanza per il lavoro che loro svolgono per il mondo intero e per l’economia del mondo intero – purtroppo se ne parla poco. Il fatto che la Chiesa le ricordi almeno una volta all’anno diventa un evento, diventa appunto speciale. Se riflettessimo anche sul fatto che tutto quello che noi consumiamo ed utilizziamo come prodotti semilavorati o come materie prime viaggiano via mare, dovremmo essere più attenti a questo mondo, al mondo del lavoro che si svolge sulle navi del trasporto marittimo.

D. – Come mai noi siamo riottosi a comprendere questo mondo?

R. – Per il fatto che non si vedono, perché in fondo – anche se è un termine che uso pochissimo, perché non mi piace ed è infelice – loro realmente sono gli “invisibili”, nel senso che nessuno si accorge di loro. Eppure dall’Italia passano ogni giorno qualcosa come 14 mila persone, 14 mila marittimi che entrano in relazione con il nostro territorio; e poi ci sono anche quelli residenti, che vivono attualmente il dramma della complessità che ha il mondo del lavoro marittimo e che subiscono quindi alcune questioni legate ai contratti e molti sono rimasti a casa…

D. – Secondo lei, come si può far emergere questo mondo nascosto?

R. – Parlarne! La Conferenza episcopale italiana credo che sia la prima a livello mondiale ad aver accolto l’Apostolato del Mare all’interno della Segreteria generale: in parole più comprensibili, ha fatto entrare una sensibilità particolare all’interno di un cammino ordinario di Chiesa e quindi anche quest’anno, a distanza di quattro. Quest’anno, per esempio, la Domenica del Marte è celebrata quasi in tutta Italia: abbiamo avuto dei segnali molto belli da molte diocesi, che hanno preparato questa domenica per viverla insieme alle comunità, invitando le comunità a pregare e a conoscere sempre più questo mondo del mare. Già questo è un segno molto bello. Di questi segni ce ne vorrebbero molto di più, che piano piano, speriamo di mettere, soprattutto coinvolgendo sempre più persone, perché i marittimi vivono una scarsa coesione, non sono coesi fra di loro: ma è il mondo del mare che è cosi, perché sulle navi sono presenti diverse nazionalità; ci sono imbarchi e sbarchi continui, che non permettono certo di creare rapporti stabili. Questa mancanza di coesione tra i marittimi rende più debole la voce stessa del marittimo. Pensando al fatto che il loro lavoro aiuta e crea lavoro a sua volta, bisogna guardare a questo in senso globale ed essere più solidali con questi lavoratori per dare loro più voce, in modo che alla fine ci ritroviamo in una rete di solidarietà, che abbraccia tutti e non esclude nessuno. Questo è il senso che si è voluto dare quest’anno a questa Domenica, almeno qui in Italia e spero anche nel mondo intero, perché il messaggio del Pontificio Consiglio, al quale il nostro si ispira, è su questa linea.








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