Sui temi della famiglia e dell’educazione sessuale dei figli occorre dialogo tra politica e società: è quanto scrive, in una nota, la Conferenza episcopale di Panama, in riferimento al progetto di legge n. 61. Attualmente in esame, la proposta normativa mira a rendere unica e obbligatoria per tutti i centri di formazione nel Paese, impedendo di fatto ai genitori di scegliere l’educazione da impartire ai propri figli e facendo riferimento a principi estranei alla morale cristiana, come quello della salute riproduttiva.
Cattolici hanno diritto e dovere di difendere pubblicamente valori evangelici
“La famiglia e l'educazione sessuale sono questioni di vitale importanza per il futuro
del Paese – scrivono i vescovi - quindi a decidere su di essa dovrebbero essere non
solo i politici, ma l'intera società in cui tutti hanno il diritto e il dovere di
parlare e di agire”. Di qui, il richiamo dei presuli “al diritto ed al dovere dei
cattolici di esprimere le proprie opinioni pubblicamente in difesa dei valori morali
ed evangelici”.
Educazione sessuale sia educazione all’amore
Quindi, i presuli ricordano quanto scritto da Papa Francesco nell’Esortazione apostolica
post-sinodale “Amoris Laetitia”, ovvero che la Chiesa dice sì all’educazione sessuale
dei giovani, da intendere però come “educazione all’amore” da impartire “nel momento
appropriato e nel modo adatto”, insegnando anche quel “sano pudore” che impedisce
di trasformare le persone in puro oggetto.
Lavorare insieme per il bene dei giovani
Al contempo, la Chiesa di Panama “continua a mantenere un atteggiamento di dialogo
e di ascolto con le autorità” governative e con la società civile, nella “ricerca
del consenso necessario a raggiungere il bene comune tutti i panamensi”. Infine, la
Conferenza episcopale panamense lancia un appello a tutte le parti in causa affinché
si cerchino “il dialogo ed il rispetto” reciproco, per “ottenere un futuro migliore
per i bambini ed i giovani del Paese”. (I.P.)
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