2016-07-03 14:15:00

La morte di Wiesel, premio Nobel per la Pace, mai in silenzio di fronte al male


La comunità ebraica e il mondo intero piangono la morte di Elie Wiesel, instancabile testimone dell’Olocausto e attivista dei diritti umani, mai in silenzio di fronte al male. Lo scrittore nato a Sighet, località ungherese oggi in Romania, era scampato alle persecuzioni naziste, sopravvissuto ad Auschwitz, si era trasferito dopo la guerra prima in Francia e poi negli Stati Uniti, di cui aveva acquisito la cittadinanza. A New York si è spento ieri, all’età di 87 anni. Wiesel ha documentato per la storia il dramma della Shoah in 57 libri, tenuto conferenze, firmato reportage in giro per il mondo e scritto due lavori teatrali e due cantate che nel 1986 gli sono valsi il Premio Nobel per la Pace. “Eli Wiesel ha insegnato a non restare in silenzio di fronte all’ingiustizia”, ha detto il presidente del Congresso ebraico mondiale, Ronald Lauder, definendo lo scrittore “un faro di luce” nei confronti del quale il mondo ebraico “ha un enorme debito di gratitudine”. “Era una delle grandi voci morali dei nostri tempi e, per molti versi, la coscienza del mondo”, ha ricordato il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. Ha dato espressione “alla vittoria dello spirito umano sulla crudeltà e il male”, così il premier israeliano Netanyahu, definendolo “uno degli eroi del popolo ebraico”. (Roberta Gisotti)








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