“Un atto vergognoso e spregevole”: così mons. Joseph Osei-Bonsu, presidente della Conferenza episcopale del Ghana, definisce l’attacco, perpetrato nei giorni scorsi, contro l’auto su cui viaggiava il capo dello Stato, John Dramani Mahama. Mentre si trovava nella regione di Ashanti, a sud del Paese, infatti, il veicolo è stato bersagliato da numerose pietre lanciate dalla popolazione. Diversi persone sono rimaste ferite, mentre la polizia ha effettuato due arresti.
Un episodio che lede la sovranità del Paese
In una dichiarazione diffusa il 30 giugno, mons. Osei-Bonsu
bolla l’episodio come “scioccante e incredibile”, condannandolo “senza mezzi termini”
e invitando i colpevoli a “vergognarsi di se stessi e a chiedere perdono”. “Questo
atto è spregevole non solo perché lede la nostra immagine di persone pacifiche e tolleranti
– sottolinea il presule – ma soprattutto perché rappresenta un attacco alla sovranità
del Paese, simboleggiata dal presidente”. Infine, mons. mons. Osei-Bonsu auspica che
vengano prese “misure adeguate” nei confronti di tutti coloro che “mettono in atto
violenti attacchi contro gli altri, in nome della politica”.
Le possibili motivazioni dell’attacco
Al momento, nessuna rivendicazione ufficiale è stata
fatta riguardo all’incidente. Da ricordare che il presidente Mahama è stato recentemente
criticato per aver accettato, in dono, un’automobile dal valore di 25mila dollari,
offerta da un’impresa, nel tentativo di influenzare l’assegnazione di un appalto per
la costruzione di una strada e di una recinzione nella sede della missione diplomatica
del Ghana in Burkina Faso. Tutto questo mentre il capo dello Stato ha lanciato una
campagna anti-corruzione. Dal suo canto, il portavoce della presidenza ha affermato
che il veicolo ricevuto da Mahama non è a uso personale, ma piuttosto a disposizione
del seguito presidenziale. (I.P.)
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