Tanti i fedeli che questa mattina hanno gremito Piazza San Pietro per partecipare all’ultima udienza giubilare di Papa Francesco prima del riposo estivo. Hanno raccolto con gioia il forte invito del Pontefice a fare della misericordia un concreto stile di vita. Ascoltiamo alcuni commenti raccolti da Marina Tomarro:
R. – Una misericordia concreta che raggiunga tutti quanti: tutti i bisognosi, i poveri, gli emarginati, i migranti e i rifrugati. Tutti! Tutti coloro che hanno bisogno. E’ proprio una misericordia vissuta, come ha detto il Santo Padre. Io vengo dalla Siria, da Damasco: speriamo di essere missionari della misericordia lì.
D. – La misericordia in una situazione del genere come si trova?
R. – La Chiesa ha una missione veramente molto grande lì: essere segno della misericordia di Cristo per tutti quanti.
D. – Anche di fronte a chi uccide?
R. – Certo! Perdonare tutti quanti e pregare per la loro conversione.
R. – Le opere di misericordia concreta sono opere di carità verso il prossimo, che può essere anche un carcerato o anche un profugo, come dice il Vangelo. Noi ci occupiamo di assistenza ai poveri e ai bisognosi… Noi veniamo da Taranto e siamo una confraternita, consacrati alla Madonna del Carmine: oggi abbiamo portato una statua per farla benedire dal Santo Padre…
R. – Soprattutto con la misericordia del cuore, ma anche di opere, opere per i malati, per i bambini che chiedono amore, che desiderano comprensione. E certo anche con aiuti materiali.
D. – Il Pontificato di Papa Francesco è tutto sulla strada della misericordia. Voi venite da Buenos Aires, dall’Argentina, cosa vuol dire per voi?
R. – Credo che Dio lo abbia posto sulla strada della Chiesa per spalancare la porta della misericordia, che è l’entrata al cielo.
R. – Una misericordia concreta – come ha detto il Papa – è quella fatta di opere e quindi il capire il bisogno dell’altro, l’essere sensibile verso gli altri; poter essere d’aiuto agli altri, condividere quello che si ha…
D. – E lei come fa?
R. – Intanto come famiglia, educando i figli nella fede ed insegnando anche ai figli a condividere quello che loro hanno se ci sono amici o amiche più bisognosi: ad esempio i vestitini, si danno a chi può averne bisogno.
R. – Noi siamo la Confraternita della Misericordia, appartenenti alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Nicosia, un paese in provincia di Enna. Fare opere di misericordia significa vivere per operare: se si vive non facendo opere di misericordia, non si vive davvero!
D. – A chi portate soccorso?
R. - Più che portare soccorso, portiamo aiuto a chi ha bisogno, anche con un semplice gesto, con un semplicissimo sorriso. Basta capire chi ha veramente bisogno.
R. – Misericordia concreta vuol dire fare gesti di attenzione e di cura verso l’altro. Il Papa ha ribadito il fatto di vedere Gesù nell’altro, in chi ha fame e in chi è bisognoso.
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