2016-06-28 16:34:00

Riforme, il costituzionalista Rossi: Senato avrà sua dignità


Da più di 30 anni il tema della revisione della Costituzione è all’attenzione del dibattito politico. La riforma voluta dal governo Renzi, sui cui gli italiani saranno chiamati a votare a ottobre, ha una portata ampia, visto che rivede 45 articoli sui 139. Su questo il costituzionalista Emanuele Rossi ha scritto il libro “Una Costituzione migliore?”, edito da Pisa University Press. Alessandro Guarasci lo ha intervistato:

R. – Se questa riforma fosse approvata definitivamente dal referendum, sicuramente ci sarebbe una modifica sostanziale, perché una sola delle due Camere darebbe la fiducia al governo, e il Senato verrebbe limitato fortemente nel procedimento legislativo, che rimarrebbe bicamerale solo per alcune leggi; mentre per altre leggi l’intervento del Senato sarebbe solo eventuale e di tipo partecipativo: non delibererebbe la legge nel suo complesso. Peraltro, al Senato verrebbero affidate altre funzioni, diverse e ulteriori rispetto a quelle che ha ora. Quindi il quadro complessivo mi porta a dire che si andrebbe verso un bicameralismo differenziato, con un ruolo diverso, non necessariamente minore, del Senato: e questo dipenderà anche da come il Senato interpreterà il proprio ruolo e da come farà valere le proprie competenze.

D. – I critici mettono in luce soprattutto il combinato disposto con la legge elettorale, che in sostanza darebbe a un’unica lista troppo potere. Cosa nel pensa?

R. – Io ritengo che la Costituzione debba essere tenuta comunque distinta dalla legge elettorale, che è una legge ordinaria e quindi può essere modificata nel corso del tempo, può cambiare … In generale, anche questa riforma non mi pare che distorca in modo netto le regole democratiche, perché prevede – come avviene in altri Paesi – che il rapporto di fiducia sia con una sola Camera e che in questa Camera vi sia una composizione politica determinata – appunto – dalla legge elettorale. Personalmente, ho qualche critica e riserva “sulla” legge elettorale e su come essa viene confezionata, ma non mi pare che complessivamente il disposto Costituzione-Legge elettorale possa comportare una crisi della democrazia o il rischio di compromettere la vita democratica del Paese.

D. – Per chiudere: secondo lei, qual è il principale difetto di questa riforma costituzionale?

R. – Il principale difetto è che è scritta fondamentalmente male, con molte contraddizioni, con passaggi poco chiari. Da un punto di vista politico, riaccentrare i poteri dalle Regioni allo Stato, di fatto rendendo le Regioni dei grossi enti amministrativi e poco di più, è una scelta politica sulla quale io, che sono sempre stato più sensibile alle autonomie regionali e quindi alle comunità intermedie nel nostro Paese, non sono pienamente consenziente.

 








All the contents on this site are copyrighted ©.