2016-06-26 06:30:00

Progressi nella lotta al cancro grazie all’immunoterapia oncologica


Curare un tumore stimolando il sistema immunitario. Da qualche anno è possibile grazie all’immunoterapia oncologica, un approccio terapeutico innovativo applicato per quelle forme di cancro difficilmente aggredibili chirurgicamente. Uno dei Centri più avanzati al mondo per la sperimentazione di questa terapia si trova a Siena, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria, dove è presente l’unico reparto interamente dedicato all’immunoterapia oncologica della sanità pubblica italiana, diretto dal prof. Michele Maio. Marco Guerra lo ha intervistato per saperne di più riguardo allo stato della ricerca e ai risultati ottenuti:

R. – L’immunoterapia è una nuova strategia terapeutica per il trattamento del cancro che sostanzialmente agisce utilizzando dei farmaci che attivano le nostre difese immunitarie per far sì che il nostro sistema immunitario possa essere in grado di distruggere le cellule tumorali o tenerle sotto controllo per un periodo di tempo molto lungo. La differenza fondamentale è questa: i trattamenti chemioterapici mantengono comunque la loro efficacia - quindi la chemioterapia – agendo direttamente distruggendo le cellule tumorali, mentre con l’immunoterapia, sostanzialmente, facciamo un passaggio in più: attiviamo il sistema immunitario del paziente per far sì che esso poi possa essere in grado di tenere sotto controllo la malattia.

D. - Quindi l’immunoterapia è particolarmente indicata per quei tumori che non sono più aggredibili chirurgicamente?

R. - La chirurgia, nei tumori in generale, mantiene ovviamente un suo ruolo estremamente importante quando attraverso essa noi possiamo rimuovere il tumore. Quando quest’ultimo, purtroppo, non è più aggredibile chirurgicamente, allora non ci dobbiamo più rivolgere alla chirurgia ma alla terapia medica e quindi all’immunoterapia o alla chemioterapia. Ma in alcuni casi e in alcune sperimentazioni che stanno iniziando proprio in questi mesi, viene applicata anche quando il tumore è stato rimosso per cercare di prevenire la possibilità che questo si ripresenti.

D. - Per quali tumori è già possibile accedere a questo tipo di trattamento?

R. - In Italia, da qualche mese, abbiamo a disposizione dei nuovi farmaci immunoterapici con i quali possiamo trattare nell’ambito del sistema sanitario nazionale alcuni tipi di tumori molto aggressivi come il melanoma, un tumore che nasce prevalentemente dalla cute. Recentemente l’immunoterapia è stata anche approvata per alcuni tipi di cancro del polmone, in particolare la forma squamosa, quella più frequente nei forti fumatori e nei pazienti che hanno già fallito un primo trattamento chemioterapico.

D. - Uno degli ambiti sperimentali dell’utilizzo dell’immunoterapia oncologica è nella cura del glioblastoma, la forma più aggressiva di tumore del cervello. Ce lo conferma?

R. - Lo confermo assolutamente! Abbiamo concluso da poco una sperimentazione con un farmaco immunoterapico in pazienti affetti da glioblastoma. Si trattava in quel caso di pazienti che avevano già fatto un primo trattamento standard di associazione fra la chemio e la radioterapia e che era fallito. Recentemente, dalla scorsa settimana, abbiamo a disposizione due studi, due sperimentazioni del glioblastoma per pazienti che non hanno mai fatto alcun tipo di trattamento.

D. - Quali risultati sta dando la sperimentazione dell’immunoterapia in ambito oncologico?

R. - Ci sono dei progressi e, certamente, i numeri ci aiutano. In alcuni tipi di tumore, come dicevo prima parlando del melanoma, abbiamo triplicato la sopravvivenza dei pazienti. Abbiamo più che raddoppiato la sopravvivenza dei pazienti a cinque e a dieci anni; abbiamo aumentato la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro al polmone – come dicevamo prima -, ma soprattutto, a breve, avremo a disposizione, anche nell’ambito del sistema sanitario nazionale - perché si stanno concludendo le sperimentazioni -, farmaci immunoterapici per diversi tipi di tumore come il cancro del rene, i tumori della testa collo, i linfomi di Hodgkin. Anche gli oncologi medici che hanno vissuto i tempi d’oro degli sviluppi della chemioterapia si stanno sempre più avvicinando al concetto dell’immunoterapia e della sua efficacia in alcuni tipi di tumori.

D. - Presso l’Azienda ospedaliera universitaria senese è presente l’unico reparto interamente dedicato all’immunoterapia oncologica della sanità pubblica italiana. Può spiegarci come un paziente può accedere a queste cure?

R. - Noi siamo parte del Sistema sanitario nazionale, quindi i pazienti possono accedere al nostro Centro, così come possono farlo per qualunque altra struttura sanitaria e oncologica nel caso particolare del Sistema sanitario nazionale. Basta semplicemente prenotare un appuntamento presso la nostra struttura per ottenere una valutazione relativa al singolo caso. Purtroppo, i tempi sono un po’ lunghi perché c’è un carico estremamente importante di pazienti che si rivolgono a noi da tutta Italia, però è una procedura assolutamente semplice da eseguire.








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