2016-06-24 07:56:00

Prodi sulla Brexit: segno del malessere per politica europea


Ma come ha preso il voto di ieri Romano Prodi, già presidente della Commissione ue? Eccolo intervistato da Alessandro Guarasci:

R. – Male, molto male! Sono andato a dormire con la tranquillità che la Gran Bretagna rimanesse nell’Unione e questa mattina mi sono svegliato con la consapevolezza che tutto era diverso…  Poi discuteremo di tutte le conseguenze nel breve periodo, delle Borse che scendono, anche se questo mi preoccupa fino a un certo punto, perché credo che le conseguenze economiche non siano grandissime. Ma questo Brexit è il grande segnale del malessere non nei confronti dell’Europa, ma di tutta la politica che viene fatta oggi ovunque. Da tutte le notizie che arrivano dal Regno Unito si vede che sostanzialmente abbiamo la stessa distribuzione. che abbiamo ovunque in Europa, tra i partiti tradizionali e i partiti populistici: nel centro città le persone più sicure e più tranquille hanno votato per rimanere in Europa, ma il resto del Paese ha votato per uscire. E la Gran Bretagna è molto tipica di questa differenza, perché la distanza che vi è nel tenore di vita e nelle prospettive del futuro fra Londra e il resto del Paese è elevatissima! Noi abbiamo sistemi politici che non rispondo a quelle che sono le esigenze della gente.

D. – Presidente, lei teme – in qualche modo – un effetto tsunami? Già gli euroscettici olandesi hanno detto: “Anche noi adesso vogliamo un referendum!”. ..

R. – Vabbè, questo è atteso evidentemente, no? Come dire? E’ il loro mestiere, ecco! Ma il problema del contagio certo che c’è, meno di quello che la gente pensi, perché i Paesi dell’Europa orientale, dell’ex – area dell’Unione Sovietica, che sarebbero i più tentati, ricevono però quantità cospicue  di risorse dall’Unione Europea e quindi il loro tenore di vita precipiterebbe… Andiamo adagio a parlare di dissoluzione.  Certamente è un segnale fortissimo sia per Bruxelles, per una politica che non si è resa conto dei problemi di tutti, sia anche per la stessa Gran Bretagna che potrà avere anche dei momenti di tensione interna estremamente forte e questo proprio per la diversità con cui si è votato.

D. – Ma adesso ritiene che sia il momento delle riforme per l’Unione Europea?

R. – Guardi, io lo ritengo da sempre! Io penso che se ci fosse stato il momento delle riforme, e con l’Unione Europea che si poneva come una struttura capace di decidere e di interpretare i tempi, io credo che anche la Gran Bretagna, che anche gli elettori britannici avrebbero avuto un occhio particolare nei confronti dell’Unione Europa. 








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