2016-06-21 15:42:00

Rio 2016: una campagna contro la tratta di persone


Denunciare i casi sospetti di tratta e sfruttamento delle persone nel corso delle prossime Olimpiadi di Rio. Questo l’obiettivo della campagna “Gioca a favore della vita”, lanciata dalla rete brasiliana delle religiose contro la tratta "Thalita Kum" e presentata oggi presso la Sala Marconi della nostra emittente. Il servizio di Elvira Ragosta:

Accade per le Olimpiadi come per altri grandi eventi: da un lato rappresentano un momento di crescita economica e maggiori possibilità di lavoro per i Paesi che li ospitano, dall’altro acuiscono minacce già presenti, come la tratta delle persone per lo sfruttamento sessuale, lavorativo o della dignità. Per questo la campagna “Gioca a favore della vita” mira a informare e responsabilizzare cittadinanza, stampa e agenzie di viaggio su un fenomeno che può essere prevenuto e contrastato. A sostenere la campagna "Thalita Kum", la Rete internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone e l’Unione internazionale delle Superiori generali. Suor Gabriella Bottani, coordinatrice di "Thalita Kum":

“La campagna verrà realizzata da 26 gruppi della rete, presenti in 26 Stati del Brasile, e in modo speciale a Rio de Janeiro, con attività principalmente di prevenzione, di divulgazione di materiali prodotti per la campagna, ma anche con attività di tipo educativo rivolte soprattutto ai giovani e agli adolescenti, che sono i gruppi principali in situazioni di rischio di tratta. È un lavoro fatto in partenariato con diverse Chiese. Non solamente della Chiesa cattolica: è un lavoro di stampo ecumenico ma anche di collaborazione con le organizzazione governative preposte a un lavoro contro la tratta”.

Oltre all’azione di sensibilizzazione attraverso i media e i social, la campagna, in collaborazione con gli uffici governativi brasiliani, mette a disposizione il numero telefonico gratuito, componendo il quale chiunque si trovi in Brasile e sia testimone o venga a conoscenza di casi di tratta o sfruttamento, potrà presentare denuncia anche in forma anonima. La campagna è già stata lanciata in brasile lo scorso 31 maggio a cura della rete brasiliana delle religiose contro la tratta e ha scelto di riproporre lo stesso slogan usato in occasione deli Mondiali di calcio del 2014. Un’esperienza, quella di due anni fa, che ha contribuito all’aumento del 42% delle denunce.

Sull’importanza dell’iniziativa interviene anche il card. Joao Braz de Aviz, prefetto del dicastero per la Vita Consacrata:

R. – Questa iniziativa, tutto il lavoro di "Talitha Kum", collegato direttamente all’Unione internazionale delle Superiori generali – un lavoro di Chiesa – è bellissimo. Soprattutto perché, facendo riferimento ai nostri carismi, i carismi della Chiesa, molti di questi sono portati a lavorare con gli ultimi. E questo è un tipo di lavoro veramente missionario, importantissimo. La nostra presenza e il lavorare insieme – questo è un aspetto molto importante – e anche la presa di coscienza attraverso i mezzi di comunicazione. Tutto questo aiuta moltissimo, perché facilita un intervento che trovi davvero una risposta.

D. – La campagna sarà attraverso tutti i mezzi di comunicazione: sarà rivolta in particolar modo ai turisti che si recheranno in Brasile. Ma quanto è importante il supporto anche dei fedeli, dei brasiliani?

R. – La Conferenza dei religiosi del Brasile è molto ben organizzata: è una struttura che ha iniziato a operare fin dagli anni ’50 ed è molto presente in tutto il territorio brasiliano, molto ampio ed esteso. Dal momento che la Conferenza è abbastanza preparata e ha anche preso molta coscienza del problema, il suo influsso potrebbe essere molto forte, soprattutto se si impegna in maniera diretta e in questo momento in vista delle Olimpiadi in Brasile ad agosto. Questa sarebbe una cosa straordinaria. Io penso che questo impegno ci sarà – già c’è ora – e si vede dal modo in cui la ci si sta muovendo. Però – naturalmente – quante più persone e mezzi si coinvolgono, quanti più organi di governo si muovono, meglio è.

Testimonial di questa campagna due atleti  italiani. Alessandra Sensini, velista e campionessa olimpica di windsurf, sottolinea quanto importante sia sensibilizzare anche gli atleti sul fenomeno della tratta, in particolare in concomitanza con i grandi eventi come le Olimpiadi:

“Onestamente, da atleta, fino adesso non avevo idea che i numeri fossero così alti e – ripeto – è molto, molto triste, perché eventi come le Olimpiadi devono essere eventi di felicità, di gioia, momenti di condivisione tra i vari Paesi. E quindi è importante anche per noi atleti o ex atleti dedicare il nostro tempo alla promozione di questa campagne, che stanno tra l’altro ottenendo dei risultati importanti”.

Massimiliano Rosolino, campione di nuoto e altro testimonial, punta l’attenzione sul concetto delle regole, non solo quelle che devono rispettare gli atleti durante le gare:

 “Dietro la volontà di essere al centro dell’attenzione per un evento sportivo così importante, comunque ci sono persone che vanno lì soltanto per infrangere le regole”.








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