2016-06-18 13:56:00

Card. Stella: la misericordia è il cuore di Dio che ci accoglie


“La Chiesa come luogo di Misericordia”. E’ stato questo il filo conduttore dell’incontro con il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, che si è tenuto ieri sera a Roma nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, nell’ambito del ciclo di catechesi sulla Divina Misericordia. L’iniziativa ha il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e la collaborazione dell'Associazione "Res Magnae". Il cardinale Stella al microfono di Marina Tomarro:

R. – Vuol dire anzitutto che il discepolo di Gesù, il buon cristiano, in questo edificio e soprattutto nel Santuario dove ci troviamo, che è il Santuario della Divina Misericordia, invoca la misericordia di Dio e incontra lo sguardo di Dio, che perdona, che accoglie: quindi la Chiesa come luogo in cui si invoca e si prega la misericordia. Secondo: dove si apprende anche l’esercizio della misericordia, perché Dio ci insegna non solo ad amare Lui, ma anche ad amare i nostri fratelli, alla pari: non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il prossimo che vediamo.

D. – Il Papa ci invita spesso a pregare il Signore e a chiedere misericordia. Cosa vuol dire?

R. – Un po’ tutti lo sappiamo, perché tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio. Quindi, quando il Papa ci dice siamo peccatori, questa coscienza cristiana di essere dei poveri peccatori, ci apre il cuore. Sappiamo che incontriamo lo sguardo di Dio, che è un Dio Padre di misericordia e di ogni consolazione, è un Dio che ci abbraccia e ci dona proprio il suo perdono, la sua bontà. Questo credo sia l’esperienza cristiana più bella, più profonda, quella di sentirsi perdonati dal Signore.

D. – Il Papa, nel recente Giubileo dei sacerdoti, ha chiesto di avere misericordia dei peccatori, senza remore. Cosa vuol dire?

R. – Dobbiamo fare come fa il Papa che confessa, il Papa che accoglie: era bella quella foto del Papa che ascolta... Immagino che dopo quell’ascolto, il Papa abbia guardato in viso il sacerdote, che stava confessando, e abbia detto: “Che Dio ti perdoni. E poi io ti assolvo dai tuoi peccati”. Queste sono, direi, le lezioni stupende del Papa, che ci insegna con la parola ma soprattutto con i suoi gesti, con l’esercizio concreto della misericordia, in questo caso. Penso che i preti debbano proprio guardare al Papa, con questo cuore grande, accogliente e generoso e imparare dal Papa l’accoglienza, l’incontro, la carità, la comprensione. Queste belle parole che non sono solo belle parole, ma sono gesti e atteggiamenti del cuore che mettono la nostra gente nella disposizione di essere accolta e di essere perdonata da Dio.

D. – Questa misericordia così infinita può essere scandalosa per quanto è grande?

R. – In Dio tutti gli attribuiti sono nell’ordine dell’infinito e siccome la misericordia è proprio il nome di Dio – ci ha detto il Papa – quando diciamo che Dio è misericordia infinita tocchiamo le profondità e – come dice il Papa – le “viscere del cuore di Dio”, un cuore che perdona. Quindi, la misericordia di Dio non può essere che infinita: quello che Dio ci chiede è un riconoscimento della nostra umana fragilità e del nostro peccato. Dio non ci chiede altro. E un proposito: davanti al Signore dire: “Signore mi ha perdonato… Cercherò di essere generoso e fedele all’impegno che oggi porto davanti al tuo cuore”.

D. – Queste catechesi si svolgono in un luogo di eccellenza: il Santuario della Divina Misericordia. Anche nei confronti dei tanti fedeli che vengono qui a pregare, quanto è importante il chiedere al Signore perdono, misericordia, aiuto?

R. – Questa è una esperienza, in questo tempio, veramente bella. Io vengo qui tutti i sabati a confessare e veramente, in questa casa di Dio, si incontrano dei cuori aperti. Una esperienza bellissima per noi preti: vedere come le anime cercano la pace, la serenità, l’incontro con Dio... Come vengono a confessarsi e confessioni di grande profondità, di grande bellezza interiore. E’ una grande esperienza. E poi vederli come vanno all’altare a ringraziare il Signore, a fare la piccola penitenza… Per noi preti, questa chiesa è una bella scuola di carità, di accoglienza e soprattutto di dono della misericordia.








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