2016-06-17 15:55:00

Shevchuk: Francesco, un padre che vuole bene all'Ucraina


Prosegue la visita in Ucraina del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che oggi ha presieduto la Messa nella Concattedrale di S. Alessandro per poi incontrare il presidente Poroshenko e le massime autorità istituzionali del Paese. Al microfono di Antoine Marie Izoard, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, parla con gratitudine della vicinanza mostrata da Papa Francesco alla sorte di un Paese vittima di una guerra dimenticata:

R. – Innanzitutto, è un segno della solidarietà personale del Santo Padre: non delle strutture, non delle idee astratte, ma di un padre che vuole bene ai suoi figli che sono in Ucraina. Questo affetto vale più di qualsiasi aiuto materiale o finanziario. in secondo luogo, tramite questa azione umanitaria, il Santo Padre rivolge un forte appello a porre fine alla guerra, perché non possiamo curare i feriti, non possiamo curare gli affetti se non curiamo la causa di questa sofferenza. Proprio da queste parole che il cardinale Parolin ha rivolto al Consiglio delle Chiese qui a Zaporizia, abbiamo accolto questo appello alla pace, al rispetto delle frontiere ucraine riconosciute a livello internazionale. La via verso la pace è il dialogo, i negoziati e la via diplomatica: non c’è una soluzione militare. In terzo luogo, il Santo Padre anche tramite questa azione, ci chiama ad essere Chiesa in uscita. Dobbiamo adesso dobbiamo uscire per cercare coloro che soffrono.

D. – Lei ha apprezzato le parole del cardinale, quando ha parlato di una guerra dimenticata dall’Europa e addirittura una guerra che va al di là dei confini dell’Ucraina ...

R. – È stato molto importante sentire questo termine “la guerra dimenticata”, perché è quasi un anno che utilizzo questo termine. Quando il Santo Padre ha annunciato questa colletta per l’Ucraina, molti in Europa erano un po’ sorpresi e dicevano: “Ma come mai? Ma non è finita la guerra in Ucraina?”. Sono tanti i conflitti nel mondo di cui l’Europa spesso non è cosciente: stiamo vivendo la crisi umanitaria più grande in questo continente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il nostro è un Paese in ricostruzione, perciò noi cattolici qui in Ucraina stiamo lavorando con le autorità ucraine per spiegare loro cosa significa oggi l’autorità morale del Santo Padre. Speriamo che questi incontri possano favorire anche i contatti diplomatici per risolvere il conflitto nel nostro Paese.








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