2016-06-17 20:43:00

Papa visita due comunità di sacerdoti nella periferia di Roma


Nel quadro dei “Venerdì della misericordia” dell’Anno giubilare, Papa Francesco ha visitato nel pomeriggio di oggi alcuni sacerdoti anziani e sofferenti. Questo il comunicato della Sala Stampa Vaticana:

"Proprio nel mese in cui ha celebrato il Giubileo dei sacerdoti, rivolgendo ad essi le sue ampie meditazioni nelle Basiliche romane (2 giugno) e celebrando con loro la Eucaristia in Piazza San Pietro nella solennità del Sacro Cuore di Gesù (3 giugno), il Papa ha voluto manifestare la sua vicinanza e attenzione anche a quei sacerdoti che non hanno potuto partecipare fisicamente alle bellissime celebrazioni giubilari, ma che sono sempre presenti alla sua preghiera e al suo cuore.

Perciò il Papa – instancabile - ha scelto non solo una, ma ben due comunità di sacerdoti dove si è recato in visita, in un pomeriggio lungo e intenso, ricco di incontri, di emozioni, di gioia spirituale e di momenti di preghiera, dopo aver lasciato il Vaticano prima delle 16.

La comunità "Monte Tabor"
La prima è stata la comunità “Monte Tabor”, dove si trovano otto sacerdoti provenienti da diocesi differenti, sofferenti per diverse forme di disagio, accompagnati da un diacono permanente, Ermes Luparia, già colonnello dell’Aeronautica, ora specializzato in psicologia e dedito al servizio dell’accompagnamento nello spirito dei Padri Salvatoriani. Il Papa si è incontrato con i sacerdoti ospiti nella piccola cappella, ascoltandoli e pregando con loro.

La visita alla "Casa San Gaetano"
Poi Papa Francesco si è recato alla comunità dei sacerdoti anziani della Diocesi di Roma, che si chiama ufficialmente “Casa San Gaetano”, ma è più nota come “I cento preti”. Vi si trovano attualmente 21 sacerdoti anziani, alcuni dei quali molto malati, assistiti da tre suore e altro personale. Il “Direttore” della Casa, Don Antonio Antonelli, è stato parroco per molti anni e ora è anch’egli molto malato. In maggioranza si tratta di sacerdoti diocesani, ma non mancano alcuni religiosi.

Dopo aver dato la vita nel servizio della Chiesa e dei fedeli, ora questi preti vivono nel ritiro, e non molti si ricordano di loro. Ma il Papa sì, e con questa visita ha voluto dimostrarlo a ognuno di loro con il suo affetto concreto e cordialissimo, ricco di consolazione, e ha dato ancora una volta un esempio efficace di misericordia, attenzione e gratitudine a tutta la comunità di Roma e alla Chiesa. Il Giubileo consiste in misura essenziale di opere di misericordia allo stesso tempo corporali e spirituali.

Papa Francesco ha compiuto oggi il sesto segno di misericordia
Quello di oggi è stato il sesto segno di misericordia compiuto dal Papa Francesco nel corso del Giubileo: a gennaio visitò una casa di riposo per anziani, e malati in stato vegetativo; a febbraio, una comunità per tossicodipendenti a Castelgandolfo; a marzo (Giovedì Santo) il Centro di accoglienza per profughi (CARA) di Castelnuovo di Porto; ad aprile la visita dei profughi e migranti nell’Isola di Lesbo; a maggio la comunità del “Chicco” per persone con grave disabilità mentale a Ciampino.

Ascoltiamo da Don Antonio Antonelli, direttore della Casa San Gaetano, meglio nota come "I cento preti", che ospita sacerdoti anziani e malati, le emozioni vissute nell'incontrare Papa Francesco. Il Pontefice vi si è recato nell'ambito delle opere di misericordia che il Papa mensilmente esegue in questo Giubileo. L'intervista è di Giancarlo La Vella:

R. – Abbiamo incontrato il Papa nella maniera più semplice e ordinaria possibile, perché è stata una presenza improvvisa, non ce l’aspettavamo, per cui nella nostra vita normale abbiamo accolto Francesco. Siamo stati con lui una mezz’oretta e abbiamo parlato delle cose della nostra vita quotidiana. Il Papa è stato attento e comprensivo: ha ascoltato e salutato tutti personalmente, uno per uno. E – veramente –  ci ha sorpreso! Anche se siamo un po’ abituati alla modalità di Francesco, alla sua semplicità, alla sua disponibilità, alla sua attenzione alle situazioni di ciascuno.

D. – Papa Francesco, più di una volta, si è rivolto ai sacerdoti: “Aprite le chiese, andate verso gli altri”. Ecco, come accogliete voi questo appello di Papa Francesco?

R. – Noi viviamo in una struttura di accoglienza per sacerdoti ormai alla conclusione del loro cammino. Pensi che abbiamo almeno due sacerdoti di 95 anni, e il più giovane ne ha 70; tutti gli altri hanno dagli 80 ai 90 anni. Per cui, quello che noi possiamo fare è essere disponibili attraverso la preghiera, aperti ai problemi di tutti, ma attraverso la nostra preghiera.

D. – In una realtà come quella che lei ci ha descritto, don Antonio Antonelli, si riesce comunque a vivere il Giubileo della Misericordia?

R. – Certo! Noi viviamo nella misericordia: noi siamo figli della misericordia di Dio. Tutta la nostra vita, a questo punto, è una manifestazione concreta della misericordia di Dio. Siamo veramente il frutto della misericordia: tutto quello che siamo proviene dalla bontà paterna del Padre, che va al di là dei nostri limiti, delle nostre incoerenze e debolezze quotidiane. È un Padre veramente misericordioso, che ci accoglie così come siamo: questo posso dire.

D. – Una frase che le ha rivolto Papa Francesco, che lei porterà con sé, nel suo cuore…

R. – Una cosa molto bella che il Papa ci ha detto è che in realtà noi, anche nella nostra situazione, possiamo ancora essere quanto mai impegnati nell’apostolato, anche se soltanto nella preghiera. E questo ci dà tanta consolazione, perché a volte ci si sente quasi emarginati, quasi nell’ambito della rottamazione. E invece il Papa ha sottolineato che siamo ancora immersi nell’apostolato, anche se solo attraverso la nostra preghiera.








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