Domenica prossima, con la celebrazione della divina liturgia della Pentecoste ortodossa nella cattedrale di San Mena a Iraklion, si darà formalmente avvio al Concilio panortodosso di Creta che aprirà i lavori lunedì per proseguire fino al 26 giugno. Nonostante l’Assemblea sia la prima da oltre un millennio, con un cinquantennio di preparazione alle spalle, e sia stata decisa all’unanimità, solo 10 delle 14 presenze calcolate, sono state in realtà confermate. L’assenza più significativa è quella di Mosca. Il servizio di Gabriella Ceraso:
“Il Santo Grande Concilio è la nostra sacra missione”. Così arrivando nei giorni scorsi a Creta il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, al cui afflato unitario ereditato da Atenagora si deve principalmente la storica tappa greca del cammino ortodosso. ”Cinque mesi fa”, ha detto, ritornando alla "sinassi" - la riunione dei primati a Chambesy in Svizzera, ”abbiamo preso una decisione e abbiamo apposto le nostre firme: a Creta si sarebbe dovuta realizzare una visione unitaria perseguita da tutte le nostre Chiese che vogliono esaminare i problemi del mondo ortodosso per risolverli insieme".
Assenti quattro Chiese
A oggi però non si sa se sarà possibile, lo si vedrà
forse già al termine dell’odierna giornata in cui i primati, 10 su 14 giunti a Creta,
si riuniscono per esaminare l’agenda e il messaggio conclusivo del Concilio che avrà
inaugurazione e conclusione pubbliche ma lavori a porte chiuse. Per ora, sono i distinguo
a prevalere. Quello di Mosca pesa più di tutti: “Non è un rifiuto, né una rinuncia”,
spiega il Patriarcato, che adduce motivi per così dire regolamentari cioè l’assenza
della base per la convocazione del Concilio, ovvero il consenso di tutti. Dunque meglio
rimandare e lavorare ai documenti preparatori - pena appunto la partecipazione - come
chiedono anche i primati delle chiese locali, di Bulgaria, Antiochia e Georgia le
cui assenze hanno peraltro motivi differenti.
Le ragioni delle assenze
In particolare per Antiochia c’è l’annosa questione
con Gerusalemme circa la giurisdizione sul Qatar, mentre per la Georgia gli ostacoli
sono legati al rapporto con le altre confessioni cristiane, uno dei punti in agenda
insieme tra l’altro alla missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo,
alla diaspora, allo status di autonomia, agli impedimenti al matrimonio e all’importanza
del digiuno. Una panoramica a tutto tondo sul cristianesimo d’Oriente e un avvenimento
a cui anche la Chiesa cattolica guarda con attenzione consapevole di quanto a Papa
Francesco stia a cuore l’unità e la concordia tra Chiese sorelle ma anche il concetto
di piena sinodalità.
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