Proseguono, in Francia, le protese della popolazione contro la legge sul lavoro, presentata dal ministro Myrian El Khomri. La normativa, in sintesi, prevede l’allungamento dell’orario di lavoro e licenziamenti più facili, con indennità limitate se privi di giusta causa. A Parigi questi giorni un milione di persone ha sfilato in corteo contro la legge. Altre manifestazioni sono in programma il 23 e il 28 giugno. In questo contesto, la Chiesa cattolica lancia un appello al dialogo: “Non chiedo il ritiro della legge, ma una sua sospensione - afferma mons. Jean-Luc Brunin, presidente del Consiglio episcopale Società e Famiglia – così da permettere ad operai, imprenditori e responsabili politici di mettersi attorno al tavolo dei negoziati ed ascoltarsi”.
Stabilire un dialogo istituzionale sul diritto del lavoro
“Ciascuno ha qualcosa da dire e questo dialogo fino ad oggi è mancato – prosegue il
presule – E penso che bisogna poter stabilire un dialogo istituzionale sulla questione
del diritto del lavoro”. “Il governo – spiega ancora mons. Brunin - ha presentato
un progetto di legge e lo ha poi discusso separatamente con le diverse organizzazioni
sindacali, ma non c’è stato un dialogo ampio alla presenza di tutti”.
Lavorare per il bene comune
Richiamando alla memoria, inoltre, gli accordi di Grenelle negoziati nel maggio del
1968 tra il governo francese ed i sindacati, il presule lancia un appello ad organizzare
una “Grenelle del lavoro”, come “simbolo di una concertazione più ampia possibile,
che coinvolga tutte le parti in causa”. “Tutti hanno diritto al lavoro e tutti devono
essere ascoltati – ribadisce il vescovo francese – perché se non c’è dialogo, aumenta
il rischio di scontro e di violenza, si inasprisce l’intransigenza e si accentuano
le radicalizzazione”. “Solo il dialogo - conclude mons. Brunin - permette a tutti
di esprimere le proprie esigenze e di poter individuare insieme il bene comune, per
lo sviluppo economico del Paese”. (I.P.)
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