Sostenere una “strategia efficace per le cure palliative a livello nazionale”: è quanto chiedono allo Stato i leader religiosi del Canada, mentre nel Paese continua il dibattito sulla legge relativa al suicidio assistito. Ribadendo che la compassione è un elemento fondamentale dell’identità canadese e che tale elemento dovrebbe guidare le politiche pubbliche in materia di fine-vita, i leader religiosi denunciano il rischio che il suicidio assistito diventi una scelta implicita per i malati terminali. Proprio per questo, quindi, migliorare l’accesso alle cure palliative e la loro qualità costituisce “un imperativo nazionale”.
Garantire accesso a cure palliative sia priorità del Paese
“La necessità di cure palliative di qualità, accessibili a tutti, dovrebbe essere
la preoccupazione più urgente per il nostro Paese”, afferma mons. Noël Simard, vescovo
di Valleyfield – Nel corso dei secoli, le comunità di fede sono state al capezzale
dei moribondi per portare loro conforto e consolazione. Ed oggi, in quanto leader
religiosi, ci impegniamo nuovamente in questo sacro compito di rispondere ai bisogni
spirituali così importanti nelle cure palliative”.
Tutela dignità umana e aiuto a più vulnerabili, valori non solo religiosi
Sulla stessa linea, la rappresentante dell’Alleanza Evangelica in Canada, Julia Beazley:
“Le persone in fin di vita – spiega – hanno bisogno della nostra attenzione, delle
espressioni concrete del nostro amore. Le cure palliative attenuano la loro sofferenza,
ma purtroppo esse non sono accessibili a tutti e ciò è deplorevole”. Non solo: l’esponente
di religione ebraica Shimon Koffler Fogel evidenzia come “la tutela della dignità
umana e l’aiuto ai più vulnerabili della comunità siano valori che trascendono le
comunità religiose”.
Ogni vita è degna di essere vissuta e salvata
Di fronte all’invecchiamento della popolazione, quindi, migliorare l’accesso alle
cure palliative di alta qualità “può fare la differenza” all’interno della società.
Gli fa eco il rappresentate musulmano Sikander, membro del Consiglio canadese degli
Imam: “È nostro dovere – dice – prenderci cura gli uni degli altri ed offrire l’aiuto
necessario” a chi ne ha bisogno, perché “ogni vita è degna di essere vissuta e salvata”.
Serve un approccio olistico
Infine, i leader religiosi hanno siglato una “Dichiarazione comune sulle cure palliative”:
in essa, viene ribadito “il valore intrinseco e la dignità di ogni persona, a prescindere
dalla sua situazione, capacità o posizione” e si afferma che “la risposta appropriata
per le persone la cui vita volge al termine è quella di offrire loro conforto e pace,
amore e cura, garantendo cura olistica che includa sia il controllo del dolore che
il sostegno psicologico, spirituale ed emotivo”.
Aiutare anche le famiglie degli ammalati
Di qui, l’appello a fornire anche una rete di sostegno per aiutare le famiglie dei
malati a “resistere alla prova della malattia e del dolore” del loro caro. “Visitare
gli ammalati e curare i moribondi – conclude la Dichiarazione – sono principi fondamentali
dei nostri rispettivi credo ed esprimono anche i valori comuni canadesi”. (I.P.)
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