I vescovi del Nicaragua continuano a pronunciarsi contro la decisione del Presidente Daniel Ortega di non permettere la presenza di osservatori, nazionali e internazionali, alle elezioni presidenziali del 6 novembre.
Nel Paese si stanno chiudendo spazi di partecipazione democratica
Il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Managua, mons. Silvio José Baez - riporta
l'agenzia Fides - nell'omelia rivolta ai sacerdoti della diocesi di Matagalpa ha fatto
riflettere tutti sulla situazione sociale che vive il Paese: "Come si uccide attraverso
i pettegolezzi, così viene ucciso il popolo in modo istituzionale, quando sono negati
i diritti" ha detto il vescovo. "Nel Paese, piano piano, si stanno chiudendo gli spazi
di partecipazione democratica. Credo che al Nicaragua faccia bene tutto ciò che favorisce
la pluralità ideologica" ha sottolineato mons. Baez nel suo dialogo con la stampa
dopo la Messa con i sacerdoti.
La grande sfida è la pluralità e non il partito unico
"L'ideologica unica, il partito unico non fa bene al Paese" ha ribadito. “La pluralità
non necessariamente significa conflitto, scontro. Questa è la grande sfida: apprezzare
e riconoscere la diversità delle opinioni... e questo significa anche una convivenza
pacifica, il rispetto della diversità dei diritti umani dei cittadini”.
Tolta la rappresentanza legale ad uno dei partiti dell'opposizione
Dalle ultime informazioni si apprende che la Corte Suprema di Giustizia ha deciso
di togliere la rappresentanza legale a Eduardo Montealegre, capo del Partito Liberal
Independente, una delle forze dell'opposizione contro il Presidente Ortega. Il Consiglio
Supremo Elettorale (Cse) ha ordinato il ritiro del partito, fatto che ha causato reazioni
nella popolazione a tutti i livelli, perché tale misura favorisce Ortega. Sebbene
il Cse abbia motivato la decisione con la mancanza dei requisiti necessari nel partito,
viene criticato da tutti per aver agito molto in ritardo. (C.E.)
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