2016-06-15 15:59:00

Giornata contro abusi sugli anziani. Realtà misconosciuta


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono 40 milioni gli anziani in Europa che subiscono abusi. Diecimila casi al giornoPrevalente è l’abuso di tipo psicologico e quello finanziario. Ma questi dati sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno in cui spesso si sovrappongono varie forme di maltrattamento. "C’è ancora una mancanza di consapevolezza di questa realtà anche da parte di noi operatori sanitari che dovremmo agire in difesa delle persone che noi assistiamo", ammette la dottoressa Flavia Caretta, responsabile del Centro di Ricerca per la Prevenzione e lo Sviluppo dell’Assistenza geriatrica (Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma) che, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, ha organizzato un convegno sul tema il 22 giugno prossimo: Dignità della Persona Anziana e Qualità della Cura. Una sfida ad Abuso e Contenzione. "Non siamo preparati a riconoscere situazioni di abuso - precisa - e per esempio negli stessi Pronto Soccorso gli infermieri non sanno evidenziare lesioni che sono frutto di abuso. Questi abusi aumentano soprattutto nella fase terminale della vita, indicatori superficialmente attribuiti alla progressione di una malattia". A livello italiano i dati non sono precisi ma si stima che siano 4 mila gli anziani che subiscono violenze psicologiche e fisiche. Da non sottovalutare le truffe ai danni degli anziani (600mila) e gli abusi sessuali (100mila). 

La contenzione: un fenomeno in crescita

Il 68,7% degli anziani nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) è legato al letto. "L’opinione pubblica ancora non è sensibilizzata a sufficienza, sebbene la cronaca faccia emergere certe situazioni limite", denuncia la dottoressa Caretta. "La contenzione, che può essere fisica o farmacologica, in generale permette al paziente di non farsi del male. Ma va ridotta il più possibile e prevista solo per situazioni molto specifiche e temporanee", afferma Don Renzo Pegoraro, della Fondazione Lanza (Padova) e membro dell’Accademia Pro Vita. "Essa diventa abuso quando crea disagi e sofferenza, quando viene prolungata o quando supplisce a carenza di personale o di attenzione alla persona". Emerge forte la richiesta di una formazione del personale ritenuta fondamentale, "soprattutto di quello infermieristico che ha una grande responsabilità. Oltre ad aspetti organizzativi e di un lavoro sempre più condiviso (medico, psicologo, assistente sociale...) per gestire bene queste situazioni. Occorre un impegno serio di tutti - conclude Don Pegoraro - e anche una stretta collaborazione tra famiglie e anziani evitando sfiducie reciproche. Bisogna capirsi e trovare le formule giuste che contemperino competenza medica e cuore dei familiari". 

Vigilare nelle case

Considerato che l'Italia è il Paese più vecchio d’Europa, la Chiesa italiana vuole porre una attenzione mirata alla condizione degli anziani, soprattutto a quei 3 milioni non autosufficienti. "La maggior parte delle persone anziane vivono nelle case. Bisogna vigilare su condizioni poco chiare", avverte Don Carmine Arice, direttore dell'Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della CEI. "E’ il termine 'persona' che oggi è in crisi perché si tende a ridurre questo concetto all’autocoscienza psicologica e alla capacità di libero arbitrio, dunque alle sue prestazioni", afferma. "Dobbiamo recuperare un personalismo ontologicamente fondato dove la dignità dell’essere umano è precedente ad ogni sua manifestazione. Che non ci sia una attenzione confinata in un giorno, quello del Giubileo dedicato agli ammalati, per esempio". E mette il dito in una piaga preoccupante: "In Italia abbiamo un aumento di povertà sanitaria impressionante, soprattutto nelle Regioni del Sud. La gente non si fa più curare perché non ha soldi". Don Carmine conclude con un appello: "Chiedo a questo Paese un po’ di giustizia. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione ma questo diritto sta diventando sempre più fragile per le persone fragili. E’ una urgenza che non può più essere disattesa".








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