2016-06-14 14:01:00

Rapporto Comece: vocazione Europa è promozione della pace


Promuovere la pace nel mondo, la vocazione dell’Europa. E’ il tema al centro del rapporto della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, Comece, presentato questa mattina a Bruxelles. Tra  temi al centro del documento la futura strategia globale dell’Ue in materia di politica estera e di sicurezza. Il servizio di Paolo Ondarza:

In un mondo caratterizzato da fragilità, tensioni internazionali e terrorismo l’Europa riscopra la sua vocazione alla pace e alla riconciliazione. Il rapporto della Comece invoca una diplomazia al servizio della pace che tuteli i diritti dell’uomo, con speciale attenzione al fenomeno migratorio in cooperazione tra Paesi di origine, di transito e di approdo. Nella lotta al terrorismo si chiede di coordinare misure preventive urgenti a misure preventive a lungo termine, contrastando il radicalismo e favorendo una soluzione pacifica dei conflitti. Necessario “tagliare i flussi finanziari internazionali destinati a fini terroristici". Attilio Ascani, direttore Focsiv e membro del gruppo di lavoro Giustizia e Pace della Comece:

"Ripartirei velocemente da quello che ha detto Papa Francesco: 'Le armi viaggiano più velocemente del cibo'. Quindi sostenere la pace su tre pilastri: costruire la pace attraverso la sicurezza e la giustizia; costruire una sicurezza con maggiore trasparenza nel commercio delle armi; e una politica di difesa che sia efficace e non solo vendicativa. L’invito dei vescovi europei è ad un approccio alla pace, alla sicurezza che sia attivo e costruttivo, che non sia soltanto un approccio limitato al controllo fisico e militare dei pericoli all’interno e intorno all’Unione Europea. L'appello è a costruire in modo attivo la pace così come è un po’ nel Dna dell’unione".

Particolarmente attento lo sguardo dei vescovi europei sul Medio Oriente:

"L’invito dei vescovi è molto importante soprattutto per un ruolo dell’Unione Europea nella crisi mediorientale dove è importante essere un po’ il terzo polo rispetto alla Russia e agli Stati Uniti per una costruzione di pace e di dialogo che oggi non c’è".

Speciale attenzione viene riservata inoltre alla gestione degli aiuti umanitari perché siano sempre ispirati a principi di umanità e imparzialità. Sul fronte economico, la Comece invoca accordi commerciali equi e giusti che grantiscano un trattamento speciale nei riguardi dei Paesi in via di sviluppo. E ancora: clima ed energia, tra le preoccupazioni al centro del rapporto con la raccomandazione a ridurre le emissioni di gas serra e incrementare le energie rinnovabili. Sul fronte sicurezza si chiede una condivisione delle singole capacità di difesa e lo sviluppo di una strategia di disarmo, nucleare in testa:

"La pace va costruita attraverso processi di giustizia. Non si può solo intervenire sui focolai di violenza. Noi oggi osserviamo che l’Unione Europea a volte promuove politiche commerciali con l’Africa e con altri Paesi funzionali ai bisogni dell’Europa. Questo non è corretto, non è giusto! Anche lo stesso utilizzo dell’energia, la diffusione e la ripartizione delle energie nel mondo è un tema molto importante rispetto al quale dobbiamo creare equità e giustizia nei vari Paesi, perché è proprio la creazione del risentimento, del rancore, del senso di trovarsi in una situazione di ingiustizia che poi crea quello che oggi stiamo vedendo come terrorismo, ma anche come difficoltà alla nostra situazione di sicurezza. La costruzione di un percorso europeo sulla gestione della sicurezza è visto come una prospettiva sulla quale lavorare secondo i vescovi sia per migliorare la capacità di sicurezza, ma anche per ridurre i costi che i vari Paesi europei affrontano per le politiche militari e di sicurezza. Tali risorse sono invece da dedicare ad una maggiore azione di cooperazione".

Infine, si rilancia il ruolo delle chiese e delle comunità religiose: 

"La sicurezza inizia anche dal rispetto dei diritti umani, dei diritti di tutti dentro e fuori dall’Europa, fra questi anche il diritto alla libertà religiosa. Le chiese hanno un ruolo importante da giocare nel promuovere il riconoscimento reciproco, accettazione reciproca dentro e fuori dall’Europa".








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