I vescovi irlandesi esortano i cattolici dell’Irlanda del Nord a partecipare al prossimo referendum del 23 giugno sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea - il cosiddetto “Brexit” - con un voto responsabile e informato sulla reale posta in gioco che non si riduce a mero calcolo dei benefici economici. “Ogni voto conta ed è un’occasione dire la nostra sul futuro dell’Irlanda del Nord in Europa e nella comunità internazionale”, afferma una dichiarazione della Conferenza episcopale, riunita da martedì per la sua Assemblea plenaria.
I valori fondativi dell’Ue sono quelli della dottrina sociale della Chiesa
Secondo i presuli, quale che sia la valutazione di ciascuno sul processo di integrazione
economica e di unificazione politica in corso, è fondamentale non perdere di vista
lo spirito che aveva animato il progetto dei Padri Fondatori dell’Europa unita che,
come evidenziato da Papa Francesco il 6 maggio scorso, in occasione della consegna
del Premio Carlo Magno, “seppero cercare strade alternative, innovative in un contesto
segnato dalle ferite della guerra” e “soluzioni multilaterali ai problemi che poco
a poco diventavano comuni”. Inoltre – affermano - è bene ricordare che i valori fondativi
dell’Unione Europea sono gli stessi della dottrina sociale cattolica: a cominciare
dall’esplicito impegno per la difesa della dignità umana e dai principi di solidarietà
e sussidiarietà che hanno permesso in questi decenni “la pacifica ed effettiva integrazione
e convivenza tra popoli con storie, culture e contesti diversi”. Conquiste che non
devono essere vanificate.
Non dimenticare il ruolo dell’Ue nella riconciliazione in Nord Irlanda
In un mondo sempre più interdipendente – evidenzia ancora la nota - l’Ue permette
oggi a ogni suo membro di avere una maggiore influenza nella comunità internazionale
sul fronte della promozione della pace e dello sviluppo, nei negoziati commerciali
e nella condivisione delle responsabilità per la tutela dell’ambiente in vista del
bene comune di tutto il pianeta. Il testo ricorda anche il ruolo giocato dall’Unione
nel processo di pace e riconciliazione in Nord Irlanda e per la normalizzazione dei
rapporti tra Londra e Dublino.
Non valutare i vantaggi della Ue secondo un calcolo meramente economico
Inoltre, i vescovi irlandesi invitano gli elettori a non ridurre la valutazione dei
vantaggi dell’appartenenza alla Ue a un “calcolo meramente economico di costi e benefici”.
La reintroduzione dei controlli alle frontiere – ad esempio - non avrebbe solo ripercussioni
sul commercio e sull’economia, ma su tutta la vita quotidiana dei cittadini europei.
Garantire che l’Europa resti fedele ai suoi valori fondativi
Ricordando l’intervento di Papa Francesco al Parlamento di Strasburgo nel 2014, essi
esortano quindi i cattolici nord-irlandesi ad assumersi la responsabilità di “cittadini
europei ispirati dalla fede cristiana” di assicurare che le politiche di Bruxelles
siano coerenti con l’impegno assunto in difesa della vita umana, della giustizia,
della coesione e dell’equità sociale. “Questo referendum – concludono - è una preziosa
occasione per chiederci quanto l’Unione Europea sia fedele a questi valori oggi e
cosa dobbiamo fare come cittadini per assicurare che tale struttura di cooperazione
continui a guidare le Nazioni verso la pace globale, lo sviluppo umano e il bene comune
di tutti i popoli”. (A cura di Lisa Zengarini)
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