2016-06-08 12:37:00

Papa a Cei: tavolo di lavoro su processo di riforma matrimoniale


Un “tavolo di lavoro” che aiuti a definire le “principali questioni interpretative e applicative di comune interesse”, relative alla riforma del processo matrimoniale introdotta dal Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus. È quanto Papa Francesco chiede di istituire, in una lettera inviata al segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Nunzio Galantino. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Tutto nasce dal maggio scorso, quando Papa Francesco e i vescovi italiani si ritrovano nell’Aula del Sinodo in Vaticano per l’atto di apertura della 69.ma Assemblea generale. Quello, scrive il Papa, “ha rappresentato un momento fecondo di comunione spirituale e di fraterno dialogo”, al cui interno “particolare rilievo” – nota – ha assunto l’aspetto della “riforma del processo matrimoniale introdotta dal Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus”.

I Vescovi, scrive Francesco, “hanno preso atto delle diverse scelte fin qui maturate, che si sono realizzate sia mediante nuove strutture giudiziarie diocesane e interdiocesane” sia, dove questo “non sia apparso possibile o conveniente”, attraverso “la valorizzazione delle strutture esistenti”. Quindi, riassume il Papa, i vescovi italiani hanno “condiviso” gli “orientamenti relativi al regime amministrativo, organizzativo ed economico dei tribunali ecclesiastici in materia matrimoniale”.

“In questa prospettiva, che desidero incoraggiare”, afferma Francesco, “appare opportuno istituire un tavolo di lavoro - coordinato dal segretario generale della Cei - per la definizione delle principali questioni interpretative e applicative di comune interesse”.

La lettera termina con la gratitudine che il Papa esprime già in anticipo al prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, al decano del Tribunale della Rota Romana e al presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi per, scrive, il “contributo che offriranno, con la consueta fraternità e competenza, alla Segreteria Generale della Cei affinché la stessa, avvalendosi del loro supporto nelle forme che riterrà più proficue, possa svolgere al meglio il proprio servizio di coordinamento, confidando nella mia paterna sollecitudine”.








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