2016-06-06 20:16:00

Il card. Parolin: l'unità fra le persone aiuta l'ecumenismo


“L’efficacia dell’ecumenismo non è legata alle nostre buone intenzioni, ma alla capacità di rimanere uniti a Gesù: più lo saremo, maggiore sarà anche l’unione tra noi". Così il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, stamani, nella chiesa romana del Gesù, si è rivolto suore dell’ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida presenti alla Messa di ringraziamento per la canonizzazione, avvenuta ieri, di madre Maria Elisabetta Hesselblad. Ne dà notizia l’Osservatore Romano. Il porporato ha anche chiesto una preghiera “per i fratelli cristiani ancora separati e le comunità cattoliche scandinave”, ma soprattutto “per il viaggio di Papa Francesco a Lund in Svezia, il 31 ottobre, per prendere parte a una cerimonia congiunta fra la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale, per commemorare il 500° anniversario della Riforma”.

Nata in Svezia, in una famiglia luterana, madre Maria Elisabetta Hesselblad  “giunse alla fede cattolica dopo un itinerario travagliato, alla cui base si staglia la preghiera, senza la quale non esiste nessun ecumenismo”, ha proseguito il porporato sottolineando come fosse convinta che “per aiutare il mondo a riscoprire la sua vocazione originaria all’interno del piano divino di salvezza, è necessaria la piena unità, prima nei cuori, e poi visibile, tra i discepoli di Cristo”.

“Con il passare degli anni — ha spiegato il segretario di Stato — madre Hesselblad imparò che per raggiungere la meta dell’unità, oltre alla preghiera, era necessario anche il sacrificio”. E abbracciò la croce: “una croce fatta di abbandono, di incomprensioni, di sofferenze intime, di grandi difficoltà nel portare avanti la sua opera, l’ordine del Santissimo Salvatore di santa Brigida”.

Una “grande colonna sulla quale la Santa costruì il risorto ordine di santa Brigida e tutto il suo impegno ecumenico”, è quella dell’amore e della carità. Il cardinale Parolin ha messo in evidenza come “la madre considerava pura utopia raggiungere la meta della piena unità dei cristiani senza amore: se i credenti non ricreeranno nelle loro comunità, nei loro rapporti interpersonali, il clima della Chiesa primitiva, dove tutti erano un cuor solo e un’anima sola, l’ecumenismo rimarrà un pio desiderio”. Una carità che lei testimoniò in prima persona soprattutto durante la seconda guerra mondiale, scrive l’Osservatore Romano, ospitando profughi ebrei nella casa di piazza Farnese.








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