2016-06-05 09:00:00

Card. Bo ai sacerdoti: urge rivoluzione della misericordia


“Diventate il pane della misericordia, spezzato e distribuito a tutti i nostri fratelli”. Lo ha detto il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ai sacerdoti riuniti, in questi giorni, nella cattedrale di Santa Maria per celebrare il Giubileo loro dedicato. Erano presenti i consacrati dell’arcidiocesi e delle diocesi di Pathein, Mawlamyine, Hpane Pyay. Nell’omelia – riferisce l’agenzia AsiaNews – il porporato li ha spronati a compiere la “rivoluzione della misericordia” portata da Cristo.

Occorre una rivoluzione morale, nella sequela di Cristo
“Quello di cui invece abbiamo bisogno oggi – ha affermato il cardinale Bo – è di una rivoluzione morale. Si, l’anno della Misericordia è un anno di rivoluzione morale e la guida di questa rivoluzione è Gesù Cristo”. Guardando, poi, alla storia dell’umanità, l’arcivescovo di Yangon ha ricordato i secoli attraversati da gesti di violenza: “Su circa 5 mila anni di storia - ha detto - le fonti ci dicono che solo 120 sono stati senza guerre”. Ed è, dunque, in questo panorama drammatico che “Cristo appare con il suo grande messaggio: siate misericordiosi come lo è il vostro Padre celeste. Pregate per quelli che vi odiano e che vi perseguitano. Perdonate settanta volte sette”.

Misericordia, nucleo dell'identità umana
“Per l’uomo moderno questo sembra impraticabile”, ha aggiunto il porporato, ma Papa Francesco “ci sta mostrando con le sue azioni che la misericordia è il nucleo dell’identità umana. La sua identificazione con i poveri, le sue visite nelle carceri, la sua accoglienza ai rifugiati, ci dicono che egli è davvero il profeta della misericordia e il mondo è stato attratto ancora una volta da questo messaggio”.

Famiglie siano epicentri di misericordia
Come sacerdoti, ha detto ancora il cardinale rivolgendosi ai presenti, “siamo chiamati a perdonare e ad usare il confessionale come un ospedale da campo”. Il porporato ha poi ringraziato tutti i religiosi che “si prendono cura dei poveri, dei malati, degli affetti da Hiv”, sottolineando che la loro è un’opera di misericordia “fondamentale”, poiché “la povertà si sta diffondendo sempre più in fretta” nel Paese. Infine, il porporato ha ribadito che le opere di misericordia non sono appannaggio solo dei sacerdoti, anzi: “Faccio appello alle famiglie – ha detto - perché siano anch’esse epicentri di misericordia”.








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