2016-06-04 20:07:00

Italiani al voto in 1342 comuni italiani, rischio astensione


Italia oggi al voto amministrativo che interessa oltre 13 milioni 400 mila italiani chiamati a rinnovare le amministrazioni di 1.342 comuni. Seggi aperti dalle 7 alle 23 tranne in Friuli Venezia Giulia dove si vota dalle 8 alle 22. L’eventuale turno di ballottaggio domenica 19 giugno. Alle ore 12, secondo i dati del Viminale, ha votato circa il 18 per cento dell'elettorato, dato più basso a Roma dove ha votato solo il 14 per cento.  Il servizio di Giampiero Guadagni:

Sono 1.342 i comuni interessati dal voto. 25 i capoluoghi di provincia. Sette i capoluoghi di regione: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Cagliari e Trieste. Il sindaco si sceglie con l’elezione diretta. Nei comuni sotto i 15 mila abitanti vince il candidato che ha preso più voti; oltre i 15 mila, vince al primo turno il candidato che ottenere il 50 per cento più uno. Altrimenti i primi due vanno al ballottaggio del 19 giugno. Ma come si vota? L’elettore può tracciare un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest'ultima appoggiato; oppure tracciare un segno sul simbolo di una lista e, contestualmente, un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata (questo è il cosiddetto voto disgiunto); l’elettore può infine  tracciare un segno solo sul nome del sindaco, senza estendere il voto alle liste collegate. A Roma, Milano e Napoli le schede saranno due, perché si vota anche per circoscrizioni e municipi. Roma e Milano le sfide più attese e incerte. Nella Capitale  partita aperta tra Raggi, Movimento 5 Stelle; Giachetti, Pd, Meloni, Fratelli d’Italia appoggiata dalla Lega; Marchini, lista civica sostenuto da Forza Italia. Centrodestra unito invece a Milano a sostegno di Parisi che sfida Sala. Come spesso accade, il voto locale può avere riflessi nazionali. Per l’opposizione è un autentico banco di prova per il la tenuta della maggioranza. Per il premier Renzi la partita vera per il governo si giocherà con il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali.








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