2016-05-31 11:34:00

Nigeria, vescovo: in atto tentativo di eliminare i cristiani


Oltre undicimila cristiani uccisi, altri 1,3 milioni sfollati e 13 mila chiese distrutte o abbandonate: è il drammatico bilancio delle violenze perpetrate tra il 2006 e il 2014 da Boko Haram nel Nord della Nigeria. Ad illustrare questi dati, forniti da uno studio dell’Associazione cristiana della Nigeria (Can), è stato il vescovo nigeriano di Kafanchan, mons. Joseph Bagobiri, ospite di una conferenza sulla libertà religiosa e le atrocità contro i cristiani e le minoranze religiose nel mondo presso il quartier generale l’ONU a New York. L’evento è stato organizzato dalla fondazione cristiana spagnola CitizenGo in collaborazione con la Santa Sede.

Cristiani vittime di Boko Haram e dei pastori Fulani
Nella sua relazione intitolata “L’impatto della persistente violenza sulla Chiesa nel nord della Nigeria”, il presule ha parlato di un tentativo sistematico di eliminare la presenza cristiana nel nord della Nigeria e ha sollecitato l’intervento della comunità internazionale per fermarlo. Le comunità più colpite dalla violenze della setta islamista Boko Haram – ha spiegato - sono quelle degli Stati settentrionali di Adamawa, Borno, Kano e Yobe. Gli abitanti cristiani costretti alla fuga si sono spostati più a sud negli Stati a maggioranza cristiana della cosiddetta Middle Belt: Plateau, Nassarawa, Benue, Taraba e la parte meridionale di Kaduna. Ma in questi ultimi mesi queste aree sono colpite dalle incursioni ed occupazioni dei pastori musulmani Fulani.  “Questa è una palese invasione di terre ancestrali dei cristiani e di altri comunità minoritarie”, ha affermato. “In queste aree, i pastori Fulani terrorizzano incessantemente diverse comunità, cancellandone alcune, e in posti come Agatu nello Stato di Benue e Gwantu e Manchok in quello di Kaduna, tali attacchi hanno assunto il carattere del genocidio”, ha denunciato.

Appello alla comunità internazionale a premere sul governo nigeriano
Il presule ha quindi rivolto un pressante appello alla comunità internazionale ad intervenire su sei fronti: esercitando pressioni sul Governo nigeriano affinché si impegni a garantire la piena libertà di culto dei cristiani e delle altre minoranze in Nord Nigeria; promuovendo strategie efficaci per contrastare le minacce nei loro confronti; affrontando la crisi umanitaria dei cristiani nella regione e in alcune aree del Middle Belt;  monitorando la situazione; premendo sulle autorità nigeriane perché garantiscano la sicurezza a tutti i cittadini nigeriani e chiedendo neutralità ed equidistanza dello Stato da tutte le religioni nel Paese.

Contro le persecuzioni anticristiane necessario un nuovo ordine mondiale
Riferendosi infine alle persecuzioni anti-cristiane nel mondo, mons. Bagobiri ha invocato “un nuovo ordine mondiale, in cui la famiglia umana possa vivere in pace, libertà, armonia e amore, libera  dalla violenza e in particolare da quella ispirata e motivata dalla religione”. (L. Z.)








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