2016-05-31 11:28:00

Mons. Twal a Ue: quello a Cremisan non è muro di protezione


Una delegazione dell’Unione Europea ha visitato nei giorni scorsi in Terra Santa la regione di Beir Onah, nei pressi della valle di Cremisan. La “St. Yves” Society, Centro cattolico per i diritti umani, che difende i proprietari terrieri di Beir Onah e di Cremisan, ha illustrato ai componenti della delegazione la questione della costruzione del Muro di Separazione. La delegazione è stata accompagnata da padre Aktham Hijazin, parroco di Beit Jala, che ha informato i rappresentanti Ue della minaccia che grava sulle terre di Beit Jala, tra l’insediamento di Gush Etzion e quello di Har Gilo. L’espansione degli insediamenti potrebbe infatti portare alla confisca delle terre appartenenti alla città di Beit Jala. Padre Hijazin ha anche ricordato le preghiere quotidiane e le manifestazioni pacifiche tenute nella Valle di Beir Onah, che, si legge sul portale del Patriarcato Latino di Gerusalemme, vengono ogni volta duramente represse dall’esercito israeliano.

Le missioni Ue e il Muro nella valle di Cremisan
Le diverse missioni dell’Ue non hanno mai smesso di condannare la costruzione del muro di separazione e l’espansione degli insediamenti oltre i confini del 1967, esprimendo preoccupazione per il tracciato del muro e per l’illegittimità di quest’ultimo sulla base al diritto internazionale. Incontrando il capo delegazione del Servizio europeo per l’assistenza ai palestinesi Ralph Tarraf, il patriarca Fouad Twal ha osservato che non è la sicurezza il vero motivo della costruzione del muro  nella Valle di Cremisan, “c’è infatti più violenza sull’altro lato del muro di Gerusalemme. Questo muro non è un muro di protezione”. (T.C.)








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