In vista della tradizionale celebrazione annuale al Santuario nazionale di Nyamugongo per ricordare i Santi Martiri dell’Uganda, la Conferenza episcopale ugandese (Uec) e la diocesi Kiyinda-Mityana, in collaborazione con il Ministero del turismo locale, hanno organizzato domenica 22 maggio una speciale “Marcia della fede” lungo una tratta del nuovo “Sentiero dei Martiri”.
Una marcia per ripercorrere le tappe del viaggio verso la morte dei Martiri
Il sentiero parte dalla città di Entebbe, dove arrivarono i primi Missionari d’Africa
del cardinale Charles Lavigerie (Padri Bianchi) e termina al Santuario di Nyamugongo,
dove San Carlo Lwanga e i suoi compagni furono fatti uccidere dall’allora re del
Buganda Mwanga II. Insieme a loro, tra il 1885 e il 1887, furono trucidati decine
di convertiti al cattolicesimo e all’anglicanesimo perseguitati per la loro fede.
La marcia di domenica ha ripercorso alcune delle tappe del loro ultimo viaggio verso
la morte, cominciando dal Santuario di Munyonyo - il luogo dove furono uccisi i primi
tre cristiani - fino alla capitale Kampala, nella parrocchia dedicata a uno dei martiri,
San Matia Mulumba. Qui i fedeli hanno partecipato a una Messa presieduta dal vescovo
di Kiyinda-Mityana, mons. Joseph Anthony Zziwa. Sempre in preparazione alla celebrazione
del 3 giugno, i vescovi ugandesi hanno indetto anche una speciale novena di preghiera
che è iniziata ieri. Il motto scelto dalla Conferenza episcopale per la giornata di
quest’anno è “La verità vi farà liberi”.
I Martiri ugandesi canonizzati da Paolo VI nel 1964
Carlo Lwanga e i suoi compagni sono stati beatificati da Benedetto XV il 6 giugno
1920, mentre Paolo VI li ha canonizzati l’8 ottobre 1964. Lo scorso novembre, durante
il suo viaggio apostolico in Africa, proprio a Namugongo, Papa Francesco ha sottolineato
che l’eredità dei Martiri ugandesi è rappresentata da “vite contrassegnate dalla potenza
dello Spirito Santo, vite che testimoniano anche ora il potere trasformante del Vangelo
di Gesù Cristo. Non ci si appropria di questa eredità con un ricordo di circostanza
o conservandola in un museo come fosse un gioiello prezioso. La onoriamo veramente,
e onoriamo tutti i Santi, quando piuttosto portiamo la loro testimonianza a Cristo
nelle nostre case e ai nostri vicini, sui posti di lavoro e nella società civile,
sia che rimaniamo nelle nostre case, sia che ci rechiamo fino al più remoto angolo
del mondo”. (A cura di Lisa Zengarini)
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