2016-05-25 16:08:00

Il tenore Voleri: l'amore per la musica è più forte della malattia


Un tour nato per raccontare che il coraggio e la fede possono essere più forti di una malattia, anche se grave come la sclerosi multipla. E’ questo l’obiettivo del nuovo progetto musicale del tenore Marco Voleri intitolato ”Sintomi di felicità”. Un evento che ha toccanto le più belle Basiliche della Lombardia. All’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Fondazione Cariplo e con il patrocinio dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, hanno partecipato musicisti, lirici ed artisti di fama internazionale. Ascoltiamo l’intervista all’artista realizzata da Marina Tomarro:

R. - Questo tour nasce nel 2013, subito dopo l’uscita del libro, da un’idea di Arnoldo Mosca Mondadori che un girono mi ha proposto di creare uno spettacolo per raccontare sia l’autobiografia del libro e il messaggio di speranza del libro attraverso la musica. L’idea che abbiamo avuto fin dall’inizio è stata quella di ubicare questo tour nelle chiese. Ci abbiamo creduto molto. Siamo cresciuti. Noi crediamo che il messaggio che vogliamo dare attraverso questo tour possa essere amplificato con grande forza nelle cattedrali e nelle basiliche.

D. - Quanto è stato importante per te la vicinanza delle persone care per superare la tua malattia?

R. - Il grande problema di qualsiasi malattia è la mancanza di condivisione perché credo che l’essere umano nel momento in cui si trova a dover fronteggiare un problema come una malattia la prima cosa che fa è chiudersi. Quello che invece è importante fare secondo me è essere consapevoli con grande serenità della malattia stessa nel senso che è inutile far finta che non ci sia o arrabbiarsi … Chiaramente la vicinanza delle persone care è fondamentale per la condivisione.

D. - Questo tour si intitola “Sintomi di felicità”: qual è il tuo sintomo di felicità?

R. - In questo momento il mio sintomo di felicità si chiama Andrea, mio figlio di dieci mesi che è entrato nella mia vita e in quella di Giulia, mia moglie: un fulmine a ciel sereno che illumina tutto il cielo in un attimo. Quindi sicuramente il fatto di essere diventato padre mi sposta tante cose e mi obbliga anche a lottare ancora di più per vivere una vita come merita di essere vissuta. Quindi il mio sintomo di felicità è sicuramente Andrea.

Durante la serata il canto viene alternato alla lettura di alcuni estratti del libro dove il tenore ha voluto ripercorrere la sua storia. Ascoltiamo il commento di una delle voci narranti, l’attrice Amanda Sandrelli:

R. – Credo che non si debba aver paura di parlare delle malattie, perché la paura non è mai un buon punto di partenza per nulla. Oltre tutto, in questo caso veramente il titolo dice tutto su come Marco abbia affrontato questa prova, perché è ovvio che non è una cosa piacevole. È una prova dura; lui è molto giovane, fa un mestiere molto, molto faticoso e quindi si trova ovviamente a fare i conti con una serie di problemi continui, anche pratici, da risolvere. Però, “Sintomi di felicità” mi piace tanto come modo di pensare, cioè che possa essere oltre un sintomo di malattia, un sintomo di qualcosa di bello, che puoi vedere meglio.

D. – Quanto le arti come la musica, il teatro, il cinema, possono diventare veicolare un messaggio di speranza al pubblico?

R. – Io credo che sia comunque un’esperienza che fa bene. Il teatro, la musica, non ne parliamo! Il teatro è mediato dalla parola, la musica è qualcosa di diretto. Attraverso l’arte puoi pensarci ma senza che sia troppo pesante, no? Pensarci, farti arrivare delle sensazioni, riuscire ad entrare in sintonia, a capire chi vive un’esperienza diversa dalla tua senza essere appesantito. Per questo credo che sia uno dei mezzi migliori.








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