2016-05-23 13:58:00

Palermo, commemorato il 24.mo della strage di Capaci


Nel 24.mo anniversario, Palermo ricorda le vittime delle stragi di Capaci e Via d’Amelio: Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte. Questa mattina, 800 studenti e tante autorità hanno gremito l’aula bunker del carcere Ucciardone per partecipare all’iniziativa antimafia “Palermo chiama Italia”, promossa dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’istruzione. Da Palermo, Alessandra Zaffiro:

Cinquantamila gli allievi delle scuole di otto città, collegati con quell’aula bunker dove trent’anni fa ebbe inizio il maxiprocesso, che portò alla sbarra boss e gregari, grazie alla poderosa ordinanza scritta da Falcone e Borsellino durante l’esilio forzato all’Asinara, a causa del concreto rischio di un attentato. Il maxi processo si concluse con 19 ergastoli e 2.665 anni di carcere per i principali boss di “Cosa nostra”. Giudice a latere un 41.enne Pietro Grasso, oggi presidente del Senato, che stamani nell’aula bunker ha detto: “Al termine del processo capii che nulla è impossibile”. A Palermo anche la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi.

“La mafia cambia, ma resta sempre se stessa: non dobbiamo mai dimenticarlo. D’altra parte dobbiamo anche ricordarci che la mafia di 24 anni fa l’abbiamo sconfitta. E non manca l’attenzione alle tristi novità di questi giorni: una immediata reazione da parte di tutte le istituzioni, della società e anche noi questa sera saremo con Antoci per esprimere la nostra solidarietà, ma soprattutto per capire e per non far mancare una reazione ancora più forte, più determinata”.

“Dal mio osservatorio privilegiato, cioè andando fra i giovani, devo dire che tanto è cambiato”, ha dichiarato a margine della commemorazione Maria Falcone, sorella del giudice e presidente della omonima Fondazione. “Soprattutto grazie ai nostri insegnanti, i giovani a poco a poco stanno creando una società diversa. Ed è per questa speranza, e per far sì che forse finalmente si avveri quel che diceva Giovanni – che ‘la mafia è un fatto umano e avrà una sua fine’ – che siamo qua: per dare ai nostri giovani quei valori necessari per creare una società diversa”. “Noi andiamo avanti perché abbiamo bisogno di normalità. Subito dopo l’attentato – ha detto nell’aula bunker Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, scampato di recente a un agguato di mafia – ho detto due cose: la prima, ho voluto ringraziare la mia scorta che mi ha salvato la vita; e poi ho detto che abbiamo bisogno di normalità, di fare il nostro dovere, e io ho fatto il mio dovere, facendo un protocollo di legalità”.

Nel corso della manifestazione è stato siglato dai ministri dell’Istruzione, Stefania Giannini, e della Giustizia, Andrea Orlando, un protocollo d’intesa per realizzare un programma speciale di formazione negli istituti penitenziari e nei servizi minorili della giustizia.








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