2016-05-23 14:03:00

Cannes 2016: a Ken Loach la Palma d’Oro


Un messaggio di “solidarietà”. È quello che il regista Ken Loach vuole lanciare col suo "I, Daniel Blake", il film che ieri si è aggiudicato la Palma d'oro alla 69.ma edizione del Festival di Cannes, dieci anni dopo la vittoria dello stesso Loach con “Il vento che accarezza l'erba”. Protagonisti della storia, un carpentiere malato di cuore e una disoccupata madre single di due figli, sullo sfondo della Londra del disagio sociale. Il servizio di Rosario Tronnolone:

Un Festival che si è chiuso in salita, come il manifesto che ritrae la scalinata di Villa Malaparte a Capri, dove Jean Luc Godard girò "Il Disprezzo" nell’estate del 1962, lasciava presagire. In 69 anni di storia del Festival di Cannes, la giuria non aveva mai avuto una seduta di assegnazione dei premi più lunga e dibattuta di quella di quest’anno. Esattamente dieci anni dopo aver vinto la Palma d’Oro con “Il vento che accarezza l’erba”, Ken Loach se ne è aggiudicata una seconda, entrando così a far parte di una ristretta schiera di registi tra cui Francis Ford Coppola e Michael Haneke. Il suo film, “I, Daniel Blake” racconta di un anziano disabile inglese che combatte contro la burocrazia del sistema sanitario. Ricevendo il premio, Ken Loach ha dichiarato che il Festival di Cannes è importante per il futuro del cinema e che il premio che gli è stato assegnato è significativo soprattutto per le persone che gli hanno ispirato il film. Ha inoltre ricordato quanto sia importante l’esistenza di un cinema di protesta contro i potenti e ha concluso dicendo “Un altro mondo è possibile e anche necessario”.

Sorprende che molti premi prestigiosi siano andati a film che non avevano convinto i critici: il premio alla migliore regia è stato assegnato a Olivier Assayas (ex aequo con il rumeno Cristian Mungiu) per il film “Personal Shopper”, e il Gran Premio della Giuria è stato attribuito a Xavier Dolan per il film “Juste la fin du monde”. Sorprende inoltre che siano stati invece ignorati alcuni dei titoli più acclamati dalla stampa, come “Toni Erdmann” di Maren Ade, “Loving” di Jeff Nichols, molto lodato sia per la regia che per l’interpretazione, e “Elle” di Paul Veroheven. Al pubblico in sala spetterà come al solito l’ultima parola.








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