2016-05-21 12:00:00

Giornata dell'obesità: fenomeno sempre più allarmante nel mondo


Ricorre oggi la Giornata europea dell'obesità, un fenomeno preoccupante che sta aumentando in maniera esponenziale, anche se altrove si muore ancora di fame. Nel 1975, nel mondo, gli obesi erano poco più di 100 milioni, oggi sono 640 milioni, sei volte di più. Si stima che nel 2030, il 50% degli europei saranno obesi o in sovrappeso. Già oggi, il peso economico dell’obesità è pari a 70 miliardi di euro nell’Unione, tra costi sanitari e mancata produttività. Anche in Italia, la situazione è allarmante. Daniele Gargagliano ha chiesto un commento a Simona Giampaoli, direttore del reparto di epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolari dell’Istituto superiore di Sanità:

R. – Normalmente l’obesità si indica con un indicatore chiamato “Indice di massa corporea”: se questo è superiore o uguale a 30 si parla di “obesità”. La situazione in Italia, nella popolazione compresa tra i 35 e i 74 anni, è questa: circa il 25% della popolazione è obesa. Se consideriamo sia il sovrappeso che l’obesità, arriviamo quasi ad un 70%, sia negli uomini che nelle donne. Rispetto a dieci anni fa, soprattutto negli uomini, è molto aumentata la prevalenza dell’obesità. Circa il 40% della popolazione tra le donne, e circa il 35 tra gli uomini di questa fascia di età, non fa alcun tipo di attività fisica. E poi, siccome l’obesità e il sovrappeso sono un giusto equilibrio tra il movimento e l’alimentazione, dobbiamo dire che negli ultimi 40 anni si è anche molto modificata l’alimentazione della popolazione italiana.

D. – La dieta mediterranea è da sempre considerata un modello alimentare da seguire…

R. – Sarebbe ancora così se fosse realmente seguita. Il problema è che la dieta mediterranea era una dieta caratterizzata più o meno da un piatto unico: pasta, poca carne o solo pane… Innanzitutto, le porzioni erano più piccole, si mangiava di meno. Oggi non ci rendiamo conto: con il supermercato si va a fare la spesa una volta alla settimana e i frigoriferi sono sempre pieni. Il 20% dei bambini è in sovrappeso; l’8-9% è obeso. Il 25% di loro non consuma frutta e verdura; il 35% trascorre più di due ore al giorno davanti alla televisione o ai videogiochi.

D. – In rapporto all’obesità, quali sono le differenze tra nord e sud Italia?

R. – C’è una maggiore tendenza all’obesità nel sud: anche lì siamo al 25% della popolazione adulta. Se la sommiamo al sovrappeso, sono il 70% della popolazione.

D. -    Qual è il messaggio finale che possiamo dare a chi ascolta?

R. – Sappiamo che l’obesità si evita con un giusto equilibrio tra il movimento e l’alimentazione. Purtroppo, il problema è che o mangiamo troppo o ci muoviamo troppo poco: muoversi non significa fare sport, ma aumentare il movimento della popolazione. Abbiamo un’alimentazione che è troppo ricca, in termini calorici, di colesterolo, di grassi saturi: cioè di origine animale. Inoltre, un’altra caratteristica tipica della dieta mediterranea, e che va un po’ aggiustata, è che questa è anche molto ricca di sale: riuscire a ridurre la quantità di sale è importante non solo per l’obesità, perché il sale tende a trattenere acqua, ma anche per lo sviluppo dell’ipertensione, delle malattie cardiovascolari, e dell’osteoporosi: quindi di tante patologie. Con un’alimentazione varia e bilanciata, anche se un pochino più ridotta, con delle porzioni un po’ più piccole, il tutto associato ad un maggiore movimento, credo che la situazione migliorerebbe di molto.








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