2016-05-19 15:19:00

Ucraina. Mons. Gudziak: guerra ignorata dai media, servono aiuti


Le sofferenze del popolo ucraino sono nel cuore del Papa, che ieri ha rivolto una preghiera speciale, dopo l’appello del 3 aprile scorso, per la pace in questa nazione nel cuore dell’Europa, dove permane un conflitto nell’Est del Paese, che purtroppo non fa più notizia sulla stampa. Roberta Gisotti ha raccolto la testimonianza di mons. Borys Gudziak, eparca di San Vladimiro il Grande a Parigi, responsabile dei rapporti con l’estero della Chiesa ucraina greco-cattolica:

R. – La parola ‘conflitto’ è una parola molto leggera. C’è una guerra in corso già da due anni e ci sono persone uccise ogni giorno. Si può immaginare una strage come quella di ‘Charlie Hebdo’ quasi ogni settimana. Diecimila persone sono state uccise e cinque milioni sono toccate direttamente dalla guerra e più di due milioni sono i rifugiati. Allo stesso tempo, c’è la crisi economica, per cui tutta la popolazione è molto impoverita e la sofferenza è grande: si fanno operazioni chirurgiche senza anestesia; ci sono persone con diverse malattie che non possono accedere alle cure o ricevere le medicine e ci sono centinaia di bambini fuori dalle scuole, fuori dalle case. L’appello di Papa Francesco è molto importante, perché anche le gerarchie cattoliche in Europa pensano che tutto sia finito, tutto sia calmo. A causa della grande crisi in Medio Oriente, oggi, l’attenzione mediatica è "girata" dall’altra parte. Ma quello che succede in Ucraina potrebbe causare una crisi europea migratoria molto più grande di quella della Siria.

D. – Il Papa ha indetto nelle scorse settimane una colletta in tutte le Chiese d’Europa. Ma gli aiuti riescono ad arrivare?

R. – Sono processi non istantanei. Non c’è bisogno solo di soldi, ma di più preghiere e di informazioni. Il cardinale Parolin dovrebbe venire a metà giugno in Ucraina, per spiegare come saranno distribuiti i soldi raccolti. L’aiuto, certamente, non è confessionale, non è nazionale, non è secondo la lingua, ma è destinato a tutti coloro che sono più bisognosi.

D. – La strada della pace, dunque, si profila ancora lunga. In questa situazione, è importante che la comunità internazionale continui a sostenere la popolazione che soffre…

R. – Ci sono tre aspetti. Il primo è la preghiera, per noi cristiani è fondamentale. Secondo è l’informazione. E’ molto importante essere informati, avere un atteggiamento critico nei confronti di quello che viene presentato dalla stampa e cercare anche quello che non viene presentato. Da più di un anno, infatti, nella stampa, nei media europei occidentali, non si è più parlato della guerra in Ucraina. Terzo è aiutare, quando possiamo, nel modo in cui possiamo, quelli che soffrono. Questo è l’appello del Santo Padre. Noi in Ucraina siamo molto grati e apprezziamo moltissimo questa solidarietà, che è nel nome della Chiesa. Infatti la nostra Chiesa è cattolica, è universale. Siamo in comunione con tutti i membri della nostra Chiesa, ma anche con tutte le persone di buona volontà. Qui c’è una lotta contro il male.








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